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riunione paolo valeriLunedì 18 novembre la nostra Sezione ha avuto modo di avere un’altra importante riunione dal punto di vista tecnico: il nostro internazionale PAOLO VALERI ha organizzato una serata incentrata sulla spiegazione della punibilità dei falli di mano e le conseguenti decisioni disciplinari.

Il fallo di mano implica un contatto volontario tra il pallone e la mano o il braccio di un calciatore. Per stabilire la volontarietà, l’arbitro deve prendere in considerazione i seguenti criteri:
• il movimento della mano in direzione del pallone (non del pallone in direzione della mano);
• la distanza tra l’avversario e il pallone (pallone inaspettato);
• la posizione della mano, che non implica necessariamente che ci sia un’infrazione.
A questi tre aspetti ben sottolineati durante la lezione grazie all’apporto di filmati audiovisivi che permettevano di capire con più precisione quando e come punire il fallo di mano, ricordiamo che il Regolamento prevede anche questi altri due criteri:
• il toccare il pallone con un oggetto tenuto nella mano (come indumenti, parastinchi ecc.) è considerato come un’infrazione alla stregua di un fallo di mano;
• il colpire il pallone lanciando un oggetto (scarpa, parastinchi ecc.) è da considerarsi un’infrazione alla stregua di un fallo di mano.
paolo valeri riunione 1Sui primi tre criteri sono tanti gli episodi analizzati: dal fallo di mano di Abate in Palermo-Milan, di Bonaventura in un Atalanta-Torino o dal fallo di mano di Badu in Lazio-Udinese, per esempio. In conclusione era stato trattato, dopo una domanda di un giovane associato, l’episodio di Granqvist della passata stagione a 20 secondi dalla fine di un Juventus-Genoa: da chi propendeva che l’episodio rientrasse fra l’involontarietà per via del precedente tocco con la tibia del calciatore e chi propendeva per il fallo da rigore in quanto il braccio era troppo staccato dal corpo e creava un volume maggiore (che di per sè un calciatore non può avere in quel frangente, sottolineava un ragazzo intervenendo nella questione), i nostri ragazzi hanno cercato di comprendere in pieno cosa fosse giusto fare nel minor tempo possibile e quali indicazioni e contro-indicazioni un arbitro debba tenere a mente per non farsi trovare impreparato in episodi simili, magari apportando modifiche nella posizione assunta come spostamento per poi cercare la collaborazione dell’eventuale assistente arbitrale ufficiale.

Capitolo a parte la relativa sanzione disciplinare. Un calciatore che tocca volontariamente il pallone con la mano deve essere ammonito per comportamento antisportivo se ad esempio:
• tocca il pallone volontariamente con la mano per impedire ad un avversario di entrarne in possesso;
• tenta di segnare una rete toccando volontariamente il pallone con la mano.
Fra i casi evidenziati evidenziamo quello di Pjanic in un Roma-Siena oppure quello solo citato da un ragazzo di Nagatomo in un Inter-Milan diretto da Paolo stesso, che poi ha portato l’espulsione per doppia ammonizione.
Tuttavia un calciatore sarà espulso se impedisce la segnatura di una rete o un’evidente opportunità di segnare una rete toccando volontariamente il pallone con la mano. La sanzione non è dettata dal fatto che il calciatore abbia toccato volontariamente il pallone con la mano, ma dall’intervento inaccettabile e sleale che ha impedito la segnatura di una rete alla squadra avversaria. Per esempio il fallo di mano di Von Bergen in un Pescara-Palermo. Tema che poi ha permesso la puntualizzazione sul concetto di condotto gravemepaolo valeri riunione roma2nte sleale.
Ci sono due infrazioni punibili con l’espulsione relative all’atto di impedire ad un avversario l’evidente opportunità di segnare una rete. Non è necessario che l’infrazione si verifichi all’interno dell’area di rigore. Se l’arbitro applica il vantaggio durante un’evidente opportunità di segnare una rete e nell’immediatezza questa viene segnata nonostante un calciatore si renda colpevole di un fallo di mano o di un fallo ai danni dell’avversario, egli non dovrà essere espulso ma dovrà essere comunque ammonito, salvo che non si tratti di un grave fallo di gioco. Noto il caso in questo campionato, come ricordato da un ragazzo presente nella sala gremita, di Cigarini in Sampdoria-Atalanta.
Paolo ha sottolineato che per decidere se espellere un calciatore per aver impedito la segnatura di una rete o un’evidente opportunità di segnare una rete devono considerare i seguenti fattori:

• La distanza tra il punto in cui è stata commessa l’infrazione e la porta;
• La probabilità di mantenere o entrare in possesso del pallone;
• La direzione dello sviluppo dell’azione di gioco;
• La posizione ed il numero dei difensori.

Bentornato a casa, si direbbe in certe occasioni! Impegnato sempre come arbitro o addizionale in Serie A, Europa League o Champions League, portando in alto in Italia e in Europa il nome della sezione di Roma2, Paolo ci ha promesso che tornerà presto  a farci una riunione tecnica incentrata su qualche altro aspetto tecnico. Tutti noi non vediamo l’ora, riempiendo come lunedì sera la sala Riccardo Lattanzi e costruendo un dibattito costruttivo dal punto di vista tecnico e associativo che porti ad una sempre maggiore crescita per tutti i presenti. GRAZIE PAOLO!