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La passione di un leone la freddezza di un chirurgo. L’arbitro che smette di crescere è già morto. Volate si ma con i piedi per terra.

d'ascanioAvevo già varcato il cancello d’ingresso di Sportilia come collaboratore del commissario Massimo Cumbo al raduno della Can5 della passata stagione, ma accedervi questa volta in qualità di arbitro C.A.I. ha avuto un sapore unico e speciale che non dimenticherò mai.

I primi ad arrivare siamo stati noi 14 arbitri della regione Lazio, anche perchè la notte del 29 agosto avevamo dormito tutti insieme in un agriturismo a pochi km dalla sede del raduno per fare gruppo.
Per chi non è mai stato a Sportilia posso dire che si tratta di un centro sportivo immerso nel verde in cui si respira sin da subito un’ aria di professionalità, serietà, esperienza e cordialità. Tutti i migliori arbitri italiani degli ultimi 20 anni sono stati qui e sapere di dormire nella stanza ovvero sedersi nella sala conferenze dove un giorno c’erano Collina, Trentalange, Farina, Messina, Palanca, Valeri, Rizzoli e così via, è motivo di grandissimo orgoglio.

Dopo aver ritirato le borse ed il materiale sportivo ed aver effettuato le visite mediche con rilevamento di altezza, peso, BMI e visus, nell’entusiasmo generale i 152 arbitri C.A.I., di cui 101 primi anni e 51 secondi anni, si sedevano in aula sotto il controllo attento dei 13 commissari; tutti puntuali eccezion fatta per uno di noi: “L’orologio del puntuale è sempre avanti” ha esordito prendendo il microfono il responsabile della Commissione Vincenzo Fiorenza, chiamando il ragazzo entrato per ultimo a portarsi vicino a lui e a spiegare agli altri 151 come mai avesse fatto un ritardo di 2 minuti.
La selezione è già iniziata. Vige un regime di concorrenza sfrenata. Alla fine dell’anno transiteranno in Can D solamente 60 elementi. Esattamente come diceva il mio ex O.T. Sergio Coppetelli : “ La selezione la fate voi con i vostri comportamenti”
Grande motivatore, oratore e conoscitore del regolamento il Commissario Fiorenza ha deliziato la platea parlando a 360 gradi di tutte le componenti che deve avere non un buon arbitro, ma come ama dire lui un arbitro (più). “Dovete avere cura maniacale dei particolari che fanno la differenza. Sarò intransigente sui comportamenti” le sue parole. “In campo si può sbagliare (poco) prima, ma dopo la gara mai!”
Parecchie le novità di quest’anno volute fortemente dalla commissione a partire dalla scheda di autovalutazione, da 1 a 5, che ciascun arbitro dovrà compilare ed inviare tramite email.
Un’altra importantissima novità risulta essere il voto di fine gara dell’osservatore che sarà inviato all’arbitro.
Il Presidente Fiorenza vuole 152 numeri uno e non arbitri bravi. “Voglio arbitri che se sono bravissimi diventino più bravissimi” e cosi vià. Tra i tanti concetti espressi da Fiorenza: “L’arbitro che smette di crescere è già morto e non se ne rende conto….L’arbitro è passione, solo chi ci crede veramente sfonda”, ed ancora “il 90 % delle partite si decide negli ultimi 15 minuti e se non avete benzina non farete la prestazione perfetta che è quella a cui punta l’arbitro (più).”

L’arbitro bravo ha tecnica, etica (siamo giudici), organizzazione, umanizzazione. L’arbitro (plus) è colui il quale risce ad immaginarsi già cosa succederà da lì a breve, per non farsi trovare impreparato agli eventi.
L’arbitro deve saper comunicare! E’ impossibile non comunicare. Deve domandarsi so cosa arriva del mio messaggio? So recepire il feedback che i calciatori mi mandano? Catalizzare l’attenzione sull’elemento di disturbo, focalizzare quanto è necessario ed agire.
L’arbitro deve essere anche un bravo psicologo: deve saper portare ciascuno dei calciatori alla neutralità, se essi sono agitati, ma l’aspetto più difficile è che ogni giocatore ha un carattere diverso e bisogna interagire con loro in maniera differente a seconda di chi abbiamo difronte. Il farsi accettare senza imporsi è una abilità che solo in pochi hanno.
Tra i tanti aspetti sottolineati da Fiorenza, grande attenzione rivolta alla prevenzione, alla postura, alla mimica facciale, al body language, alla forza mentale e alla conoscenza del regolamento. Superate i vostri limiti, siate efficaci e comprensibili.
Un arbitro di livello deve conoscere i contesti nei quali andrà ad operare, questa è professionalità e lettura della gara. Andrete in regioni diverse dove i contesti saranno totalmente diversi tra loro. E’ altresì indispensabile far percepire ai calciatori la propria presenza con autorevolezza.
Dopo gli interventi della psicologa su come esercitare la nostra leadership,sull’atteggiamento dell’arbitro assertivo ed aggressivo e delll’organo tecnico Luigi Stella che ha parlato nello specifico degli osservatori e delle modalità del colloquio si è passati ai consueti momenti di analasi dei video grazie al prezioso contributo del settore tecnico.
Successivamente a questi lavori la commissione ha voluto nuovamente agire sulla mente dei giovani arbitri in aula esprimendo loro concetti fondamentali quali:
“L’arbitro che vuole puntare in alto deve necessariamente studiare le tattiche di gioco, deve essere un ricercatore, allenare la sua capacità di concentrazione, migliorare la memoria visiva, immagazzinare e mettere tutto nel suo database ovvero nel suo cervello. A fine gara nello spogliatoio vi vogliamo vedere distrutti a livello mentale, ciò avviene solo se siete stati veramente sul pezzo con la concentrazione giusta per 95 minuti, dopo un arco di tempo così elevato è assolutamente inevitabile . Non risparmiatevi mai. Le energie che salvaguardate oggi non servono per la prossima gara, è già tardi, servivano a questa! Date tutto. Date il fritto.”
Il responsabile della commissione Vincenzo Fiorenza ha terminato i lavori in aula dopo 3 giorni di raduno con queste frasi:
“ Credete in voi stessi, fate le cose semplici, quando il gioco è fermo tutti guardano l’arbitro e vanno a parlare con lui, allora siate intelligenti a riprendete il gioco velocemente, siate egogentrici, senza mai dimenticarvi di rispettare gli altri; ricordate che il lavoro ed il sacrificio alla lunga pagano e prima di essere arbitri siate persone importanti con sani valori di giustizia e legalità, voi siete portatori di pace, siate credibili!! Infine dovete soprattutto pensare a divertirvi perché sarà una stagione intensa di impegni e spero ricca di risultati. Tutti noi della commissione che sediamo da quest’altra parte vorremmo essere al posto di voi arbitri, perché il fatto di essere dei dirigenti è bello e gratificante, ma è con tutta franchezza un palliativo, come ho già detto agli osservatori, la nostra si chiama associazione italiana arbitri e ciascuno di noi vorrebbe tornare ad indossare i pantaloncini e a calcare i terreni di gioco, perciò voi che avete questa fortuna agite per nostro conto al meglio”.

A cura di Roberto D’Ascanio