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Non arrendetevi mai, perché quando pensate che sia tutto finito è il momento in cui tutto ha inizio.

Il 22 e 23 gennaio 148 arbitri (di cui 4 ragazze) e 124 osservatori provenienti da tutta Italia a disposizione della CAI si sono ritrovati nella storica location di Tivoli Terme per il raduno di metà campionato. Un’occasione di massima condivisione e arricchimento.
Appuntamento fissato la mattina presto al campo di Villanova per effettuare i tradizionali test atletici seguiti nel pomeriggio dallo svolgimento dei quiz regolamentari in aula. cai

Successivamente ha preso la parola il Responsabile della Commissione Vincenzo Fiorenza, che ha trasmesso con tutta la sua carica e passione uno tsunami di consigli e concetti: “L’arbitro migliore è colui il quale si trova al posto giusto nel momento giusto, che unito al massimo della concentrazione porta sicuramente ad una prestazione di elevata caratura. Al contrario se non si è pronti e reattivi non si potrà dare una risposta decisa e credibile sul terreno di gioco e ciò equivale ad un errore tecnico[]Per ottenere una grande prestazione non si può prescindere dalla semplicità e dalla naturalezza con cui il direttore di gara prende le decisioni, prestando massima attenzione alla cura dei particolari; siate decisi, determinati, senza remore o paure, siate forti contro le avversità, siate autocritici e sinceri con voi stessi. Siate realisti! Più realisti del re. Non inventatevi niente. Guardate la vostra strada, tenete bene a mente il vostro obiettivo che deve essere quello di costruire un’autostrada, non arrendetevi mai fino all’ultimo fischio. Non arrendetevi mai perché quando pensi che sia tutto finito è il momento in cui tutto ha inizio. Fate il salto di qualità, alzando l’asticella. Vi vogliamo vispi, attenti, veloci come un ghepardo e non reattivi come un bradipo.Divertitevi e fateci divertire a farvi divertire,divertiamoci tutt!”.

Come sempre è stata rimarcata più volte l’attenzione all’aspetto comportamentale, definito dal responsabile CAI la “pietra filosofale” dell’arbitraggio. Comportamenti puliti, cristallini, esemplari.
E’ stata inoltre sottolineata l’importanza del linguaggio non verbale, che serve anch’esso a trasmettere una corretta comunicazione atta ad esercitare la leadership.

Fare le cose semplici, che comprendano tutti: solo così si può essere accettati, si è tanto più bravi quanto più si riesce a farci capire dagli altri. Tanto più se riusciamo ad essere equilibrati ed uniformi nel giudizioLe nostre azioni devono avere un senso logico.

Dopo tutte queste esortazioni sono stati tanti gli interventi dei presenti in aula in uno scambio reciproco di esperienze arbitrali avute in questa prima metà di stagione vissuta dagli arbitri CAI su tutto il territorio nazionale. In serata è stata data la possibilità di colloqui individuali con la Commissione per chi ne avesse avuto il bisogno.

caiNel secondo giorno di raduno gli osservatori, in occasione dell’ OA Day, sotto la guida dell’ OT Luigi Stella, hanno valutato e commentato 4 colloqui differenti inerenti alla stessa partita con lo scopo di ricercare sempre di più l’uniformità di giudizio. Fiorenza ha rimarcato come un buon osservatore debba in qualche misura restituire in termini di consigli e suggerimenti quanto ricevuto quando cavalcava i terreni di gioco da parte dei colleghi più anziani. Importante è stato anche il concetto di futuribilità, che si intende relativo alla gara visionata e non soggettivo e assoluto.

Gli arbitri nella sala accanto hanno proseguito i lavori con la match analysis agli ordini del Commissario Vincenzo Fiorenza, con la visione dapprima di filmati di gare CAI da noi stessi arbitrate e in un secondo momento con lo studio attento di video di partite di Lega Pro. Il contrasto risultava netto, movimenti fluidi ed eleganti quelli degli arbitri della CAN Pro, un po’ macchinosa ed elaborata invece traspariva la gestualità in televisione degli arbitri CAI.Il leitmotiv era sempre lo stesso: fare le cose semplici, di facile comprensione, che riescono a capire tutti trasmettendo certezza a tutto l’ambiente.

Si sono susseguiti gli interventi di tutta la commissione CAI nei quali sono stati enucleati tutti i temi dall’approccio  alla gara all’importanza degli allenamenti, dall’autoanalisi all’autostima. “Volate! Con i piedi per terra” ,un paradosso che rende bene l’idea di ciò che devono fare gli arbitri, cioè credere in sé stessi mantenendo la giusta dose di umiltà. Parimenti importanza è stata data alla concentrazione e alla cattiveria agonistica, puntando sul concetto di umiltà: il messaggio che ha voluto dare l’intera Commissione è stato che per poter crescere è necessario riconoscere e cercare di superare i propri punti deboli, senza modificare la nostra personalità.

Durante il corso della mattinata di Sabato 23 la graditissima visita del Vice Presidente dell’AIA Narciso Pisacreta, che ha deliziato la platea parlando sia di tecnica sia del ruolo dell’arbitro all’interno del sistema associativo e civile. Queste le sue parole: “Ci sono vite che capitano e vite da capitano, e noi siamo i capitani sul terreno di gioco della terna,  e allo stesso tempo capitani responsabili verso chi ci designa” .
Pisacreta alla fine dei lavori ha voluto ancora una volta ricordare e ribadire il concetto che l’attività arbitrale deve sempre essere frutto di tanta passione e di un sentimento di orgoglio e di gioia in quello che si è chiamati a fare. Terminava il suo intervento citando Luc de Clapier, marchese di Vauvenargeus:  “ Molti uomini vivono felici senza saperlo”.

A cura di Roberto D’Ascanio