loader image
 

Riunioni Tecniche

MATTEO TREFOLONI RELATORE IN SEZIONE

Un’aula piena in ogni ordine di posto, pronta ad apprendere ogni virgola delle parole del Responsabile del Settore Tecnico Arbitrale Matteo Trefoloni, che lunedì 22 gennaio si è recato in visita presso la Sezione AIA di Roma 2. Sarebbe senz’altro superfluo presentare un ospite di tale caratura, che ha raccontato quanto il regolamento sia linfa vitale per un arbitro e debba essere la base anche per chi frequenta qualsiasi corso di abilitazione nel mondo del calcio, come ad esempio per chi si appresta a diventare allenatore o dirigente addetto all’arbitro.

Stiamo andando verso una fase in cui chi gioca a calcio ne sa poco di regolamento e, dall’altra parte, sempre più giovani iniziano ad arbitrare senza aver giocato o quasi a calcio. È importante capire di calcio, conoscerne non solo le regole ma anche gli aspetti tecnico-tattici e i moduli di gioco. Tutto è fondamentale per preparare al meglio le nostre gare”.

Anche il posizionamento nel calcio di oggi è sempre più importante: “Bisogna arrivare a prendere la decisione giusta, avere fame e grinta per ottimizzare lo spostamento e trovarsi al posto giusto al momento giusto”. Per rafforzare quest’ultimo concetto Trefoloni si è avvalso dell’ausilio di numerosi video di partite internazionali, nazionali e persino regionali.

Un episodio può essere preso di pancia o con la testa, una lotta quasi fratricida tra istinto e ragione, con la seconda che è frutto di abnegazione e studio, consapevole sempre delle letture tattiche della gara. L’approccio tattico, quindi, diventa fondamentale a tutti i livelli: saper leggere una trama offensiva o uno schema aiuta a non inseguire l’azione, a non ritrovarsi con lo stress di decidere, bene o male, un episodio. La lettura del gioco è un tema tanto caro al Settore Tecnico dell’AIA che, in simbiosi con la CAN e con FIFA e UEFA, approfondisce con incontri ad hoc determinate casistiche per aiutare gli arbitri nelle loro decisioni.

Un arbitro moderno deve saper trasmettere determinati messaggi: a volte non basta esibire un cartellino, giallo o rosso che sia, per bloccare sul nascere una reazione ma è necessario farlo aggiungendo una parola o uno sguardo fermo e deciso a seconda del momento della gara o della specifica situazione tecnica. Inoltre, non sempre può risultare utile e funzionale imitare gli atteggiamenti degli arbitri ‘top class’ perché snaturando sé stessi si rischia di ottenere l’effetto contrario sui campi da gioco regionali o provinciali.  

Altrettanto importante per arrivare pronti a salire gli ultimi scalini dello stadio o varcare il tunnel che porta al terreno di gioco è la fiducia nelle proprie capacità. “Sono pronto perché l’ho studiata, sono pronto perché l’ho preparata, lavoro al mio meglio in settimana per dare il massimo oggi”. Questo il mantra esposto da Trefoloni.

Tuttavia, bisogna anche essere in grado di cogliere quegli aspetti che potrebbero innalzare il livello della gara, come ad esempio un calciatore che commette o subisce interventi fallosi in successione.

La chiusura di Trefoloni, dopo una lunga standing ovation, è destinata a tutti i presenti senza distinzione di ruoli e anzianità arbitrale. Dai neo immessi nell’ultimo corso agli assistenti di Serie A e B Alessandro Giallatini e Domenico Fontemurato, passando per il Generale Riccardo Galletta, Vice Comandante dell’Arma dei Carabinieri e neo osservatore arbitrale. “Prendete il vostro sogno e fatene un obiettivo. Siate certi che con la giusta preparazione tutto diventa più raggiungibile”.

Infine, il Responsabile del Settore Tecnico Arbitrale è stato omaggiato dal Presidente della Sezione di Roma 2 Domenico Trombetta con una maglia di allenamento sezionale e una penna personalizzata per tutte le volte in cui avrà bisogno di prendere appunti negli stadi italiani e europei. “Siamo abituati a lezioni per giovani liceali ma oggi abbiamo avuto la fortuna di assistere ad un ‘master’, ad una ‘lectio magistralis’ dell’arbitraggio che servirà come il pane per il nostro futuro. Adesso sta a noi mettere in pratica le parole di Matteo”, ha concluso Trombetta.

FORMAZIONE CONTINUA, LEZIONE CON PAOLO VALERI

Continuano le riunioni tecniche per arbitri e assistenti regionali e sezionali, con relatore Paolo Valeri coadiuvato dall’arbitro CAN C Fabrizio Pacella. Sulla scia dell’incontro precedente, vedendo i filmati dei ragazzi, si è analizzato nel dettaglio cosa si può fare meglio e quanto di buono è stato fatto sul terreno di gioco in relazione a due temi principali: spostamento e gestione dei calciatori con relative mass confrontation.

Sul posizionamento, focus su arbitri statici, che non riescono a leggere preventivamente lo sviluppo dell’azione e di conseguenza rincorrono l’azione, trovandosi a valutare episodi in posizione errata o con ritardo. La poca attenzione e la bassa reattività comporta dunque scelte errate. Prendendo spunto dalle disposizioni regionali, si è dunque mostrato – in un dialogo costruttivo fra i ragazzi e Paolo – il giusto posizionamento e giusto atteggiamento sul terreno di gioco.

Sulle mass confrontation, se gestite correttamente, porta ad una accettazione di tutte le componenti, dai calciatori ai dirigenti. Non valutare attentamente e non sanzionare disciplinarmente due calciatori porta ad uno squilibrio: su questo si è dibattuto a lungo prendendo spunto da situazioni delle ultime giornate a livello regionale e provinciale.

Le lezioni di Paolo sono un continuo crescendo di spunti. Sono lezioni che portano i ragazzi ad un miglioramento continuo in modo tale da poter evitare segnalazioni dagli osservatori o dagli organi tecnici nelle prossime settimane. Lezioni di questo tipo saranno alla base dell’intera stagione sportiva, con cadenza ricorrente, cambiando focus sui diversi aspetti che racchiudono una prestazione arbitrale.

paolo valeri 12 10 2023 rto 2
paolo valeri 12 10 2023 rto 3
paolo valeri 12 10 2023 rto 4
paolo valeri 12 10 2023 rto 5
paolo valeri 12 10 2023 rto

I 10 PUNTI CARDINE DELL’ARBITRAGGIO PER NICOLO’ CIPRIANI

Giovedì 23 marzo la nostra Sezione ha avuto modo di ospitare l’assistente CAN Nicolò Cipriani di Empoli, secondo anno nell’organico a disposizione di Gianluca Rocchi. Prima ancora è stato arbitro fino in C e, dopo aver atteso due anni causa Pandemia, ha svolto il corso di qualificazione per assistenti dal quale è stato poi immesso nel ruolo.

L’ospite sorteggiato era particolarmente contento di poter svolgere una riunione tecnica davanti ad una platea piena di giovani e soprattutto davanti a due suoi colleghi di ruolo, i nostri Alessandro Giallatini e Valerio Colarossi. Con loro completavano la prima fila il Componente CAN D Daniele Martinelli e gli assistenti CAN C Giorgio Ermanno Minafra (suo compagno come arbitro ai tempi di CAI e CAN D), Francesco Valente e Roberto D’Ascanio.

Per Nicolò l’arbitraggio è la passione più grande, una seconda pelle impossibile da togliersi, ne è dimostrazione il fatto che appena può aiuta la sua Sezione nelle gare di settore giovanile o di Terza Categoria, categorie e campi che per lui sono stati importanti per continuare il sogno e che tuttora danno l’essenza del gioco del calcio. Essere Arbitri piò essere racchiuso in 10 punti cardine:
1. Follia. “Quante volte ci siamo sentiti dire, ma chi te lo fa fare? Ecco, io ho sempre risposto con un sorriso, perchè ero consapevole di essere un folle”. Del resto, senza un pizzico di follia non ci si mette a rischio in maniera cosi elevata.
2. Studio. “Studiare il Regolamento è fondamentale, ormai si è arbitri anche sulla fascia, perchè bisogna conoscere ogni aspetto e le sue conseguenze tecniche e disciplinari”. Ricorda con un pizzico di timore un episodio che gli è capitato da giovane da arbitro in Regione: “Durante i tiri di rigore per una gara di coppa, il portiere respinse il tiro dell’attaccante ma il pallone prese una traiettoria a palombella e finì la sua corsa in rete, ecco lì mi si fermò il cuore, ma diedi goal e presi la decisione giusta”. Questo per far capire ai giovani arbitri in platea che anche quando meno te lo aspetti, capita la casistica più assurda del Regolamento e bisogna farsi trovare pronti e mai impreparati.
3. Sezione. “Frequentarla aiuta a crescere, frequentarla significa vivere di Calcio e ovviamente di Arbitraggio”. Per lui è stata una seconda casa, le ore passate ad imparare da chi era più grande ed esperto di lui, come Riccardo Pinzani – già arbitro CAN – oppure il collega ora di fascia Dario Ceccon.
4. Famiglia. “Senza il sostegno a casa forse qui in alto non ci si arriva, sono il porto sicuro quando qualcosa va male e quando qualcosa va bene”. Da poco papà di una bimba, sa bene che ci si toglie molto al ruolo di genitore, ma “Non potete immaginare l’emozione di tornare a casa e vedere tutti felici quando si rientra la sera dopo una gara, non ha eguali”.
5 Sudore. “Senza allenamento la CAN non l’avrei potuto viverla”. A testimonianza ricorda ben due episodi. “Il primo è in questa foto (visibile nella gallery, ndr), ero in viaggi di nozze a Bora Bora e mi stavo allenando facendo uno Yo-Yo usando noci di cocco come conetti, ripensandoci oggi credo che mia moglie o mi lasciava subito o doveva essere una Santa”. L’altro episodio è associato agli allenamenti al polo nazionale, dove magari ragazzi più giovani sono lo stimolo per non farsi lasciare dietro e dare tutto fino all’ultimo centimetro o all’ultimo secondo dell’ultimo minuto di recupero.
6 Sacrificio. “Ho atteso due anni per fare il corso di selezione per assistenti e passare in CAN, mi sono allenato per mesi nel garage di casa facendo navette e preparandomi al test. Senza questo sacrificio nelle pause pranzo o la sera tardi, non avrei mai passato l’esame e non sarei ai stato qui come relatore davanti a voi”.
7. Fortuna. “Di certo il fattore C di cui tanto si parla deve esserci. Passare il corso al secondo tentativo ne è la prova, in quanto al primo tentativo mi ritrovai fuori per pochi centesimi. Bastava poco, a volta è fortuna quando fila tutto liscio, ma bisogna pure sapersela conquistare e portartela dalla tua parte”.
8. Emozione. “La prima volta a Reggio Emilia in A per Sassuolo-Spezia non lo potrò scordare. Mi arriva la telefonata di Manuel Volpi che mi fa: “Ti porto a Reggio, ti faccio esordire”. Tremavo, ero bloccato, non volevo crederci e lì ho rivissuto tutta la carriera. Poi farlo con un amico con il quale ho fatto raduni in Regione, al Nazionale da arbitro, ora in CAN, è stato sicuramente un vantaggio”. Ma fra le tante emozioni c’erano le prime volte con il borsone nei campi periferici, quelli di terra di una volta, con mio padre che mi accompagnava, ce ne sono tante di emozioni.
9. Umiltà. “Essere umili è fondamentale per essere umano fra gli umani. Noi della CAN non siamo diversi da voi che ogni domenica fate gare di Promozione o di Seconda Categoria, siamo identici perchè portiamo la stessa divisa, con lo stesso logo e la stessa passione. Non siate mai superbi, abbiate umiltà di ascoltare gli organi tecnici o gli osservatori sui consigli che vi danno”.
10. Consapevolezza. “Essere in CAN è una responsabilità, per la famiglia, per la Sezione, per chi ha creduto in me. Ma senza la consapevolezza che potevo esserci anche io in quell’organico, beh satremo parlando sicuramente di altro adesso”.

A chiusura numerose domande dei giovani ragazzi, fra le gare più importanti o come prepararsi ad una gara di Serie A piuttosto che ad una gara in Regione senza assistenti. Fra le altre, anche aneddoti come il primo giorno a Sportilia in CAN su richiesta esplicita di Giallatini, insomma un momento più conviviale e sicuramente di crescita.

Contento della serata anche il Presidente Domenico Trombetta che ha spronato i ragazzi a prendere da esempio i racconti di Nicolò sulla perseveranza e sulla tenacia di voler arrivare in alto. A lui come omaggio un borsone con il logo sezionale, “magari da portare al prossimo viaggio così tua moglie ne sarà felice”, scherzano Giallatini e Colarossi. Da Nicolò riceviamo invece la sua maglia verde della CAN.

cipriani6
cipriani7
cipriani8
cipriani9
cipriani10
cipriani11
cipriani12
cipriani13
cipriani14
cipriani15
cipriani16
cipriani1
cipriani2
cipriani3
cipriani4
cipriani5


SALA GREMITA PER LA RIUNIONE CON CRISTIANO PARTUINI

Il 13 marzo la nostra Sezione ha accolto un ospite sempre molto gradito per le sue doti comunicative e per la sua preparazione che lo contraddistingue. Cristiano Partuini è stato componente del Settore Tecnico e a livello regionale figura tra i componenti del Comitato Regionale Arbitri (CRA) del Lazio, nelle vesti di Organo Tecnico della Prima Categoria. Insieme al suo collega e amico Daniele Stazi è deputato alla formazione tecnico e umana di arbitri in vista di categorie più importanti.

La nostra Sezione ha risposto con numeri importanti in termini di partecipazione soprattutto a livello di organico sezionale, ragazzi giovani che denotano tanta voglia di fare e con tanta ambizione. Capire cosa richiede il CRA permette già da adesso di svolgere un lavoro fatto di sacrifici che col tempo avrà i suoi frutti.

L’intervento di Cristiano è stato concentrato sull’aspetto comportamentale e disciplinare in quanto l’analisi dei dati sui provvedimenti disciplinari denota una carenza di queste caratteristiche imprescindibili del grande Arbitro. Il livello agonistico delle gare ha subito una notevole crescita e il più delle volte anche gare di giovanissimi diventano delle vere e proprie battaglie. L’arbitro bravo è colui che nonostante faccia qualche errore, lo maschera facendosi accettare grazie alla credibilità che si è costruito già dall’arrivo al campo. Un comportamento autoritario e poco autorevole non ci aiuta anzi implica l’inizio di una gara in salita. L’arbitro è una figura in cui il linguaggio paraverbale ha una notevole rilevanza, l’utilizzo di questa forma di comunicazione attraverso gesti, tono di voce può permette la crescita della accettazione da parte dei calciatori e dirigente anche se bisogna agire in maniera consapevole e intelligente. L’arbitrare e l’esperienza formano l’arbitro.

 I 3 pilastri su cui il CRA si focalizza per formare i ragazzi sono: competenza, conoscenza, credibilità.

Sono aspetti interdipendenti in quanto un arbitro carente dal punto di vista regolamentare e non competente di calcio non può essere credibile, in quanto quest’ultimo aspetto si focalizza su certezze consolidate che per certi versi devono essere trasmesse agli altri per essere accettati.

Dopo gli aspetti teorici si è aspetti alla pratica con l’analisi di una serie di video in cui si esaminava il comportamento dell’arbitro nelle varie situazioni, in particolare sulla gestione della mass, linguaggio del corpo, mobbing sull’arbitro, in modo tale da fornire delle chiavi di lettura ai ragazzi più giovani che dalla prossima domenica sapranno come comportarsi in situazioni simili.

Cristiano al termine del suo intervento ha esortato i ragazzi nel credere sempre in loro stessi sottolineando l’importanza di sapersi rialzare dalle cadute.

Articolo a cura di Leonardo Valenti
Foto a cura di Giuseppe Quaresima

Cogliamo l’occasione – oggi 14 marzo – per fare anche gli auguri di Buon Compleanno a Cristiano, ringraziandolo ancora per la sua disponibilità.

partuini 14.03.2023 1
partuini 14.03.2023 2
partuini 14.03.2023 3
partuini 14.03.2023 4
partuini 14.03.2023 5
partuini 14.03.2023 6
partuini 14.03.2023 7

LUIGI STELLA E IL NUOVO EQUILIBRIO DEGLI OSSERVATORI

“Possiamo dire che l’organico della C.O.N. è ora libero di valutare le prestazioni con assoluta imparzialità, stiamo cercando sotto tanti punti di vista di far crescere un organico che ha l’obiettivo di far migliorare arbitri e assistenti”. Si racchiude con queste parole finali l’incontro tecnico di venerdi scorso con Luigi Stella, Responsabile della Commissione Nazionale degli Osservatori Professionisti, nata pochi mesi fa. Unificare il pensiero e il metro valutativo per chi visiona i ragazzi di Serie A, B e C non è affatto facile, ed è uno degli obiettivi della Commissione, anche perché per anni c’è stata una tendenza diffusa degli osservatori nel non utilizzare l’intera scala dei voti, bensì a stabilizzarsi intorno al 8.50, classico voto finalizzato come ancora di salvataggio, non centrando appieno poi i canoni della futuribilità. 
Con l’avvento delle nuove linee guida c’è stato un marcato cambio di rotta sui voti, con valutazioni nelle tre massime categorie che spaziano dall’8.20 al 8.70, a testimonianza di quanto ora gli osservatori siano scevri da vincoli dettati dalle annate di permanenza degli arbitri o dai pensieri degli organi tecnici delle singole commissioni nazionali.
Per far capire quanto lavoro ancora ci sia da fare, in ogni categoria, grazie all’ausilio di 10 video esplicativi Luigi ha voluto mostrare alla platea che delle volte bastino meno di 2 minuti di filmato a far capire se una prestazione sia negativa o positiva e quanto l’osservatore di turno abbia centrato o meno il cuore della prestazione stessa dell’arbitro visionato. “Siamo lì per espletare un compito equo e oggettivo, non soggettivo, abbiamo bisogno di equilibrio sia in fase di colloquio che di relazione, che presenta ancora qualche cosa da migliorare”, come testimoniato dalla correlazione di quanto certificato nero su bianco a fronte degli episodi mostrati dai video nel corso della serata.
La serata è proseguita via in fretta, con un fitto dialogo costruttivo fra Luigi e la platea, composta anche da numerosi osservatori della CON delle varie sezioni laziali oltre al nostro Piero Ferrari. Riunione iniziata anche con un po’ di aneddoti “rompighiaccio” come una storica designazione al nostro attuale Vice Presidente Giovambattista Di Giamberardino ai tempi della sua CAN D con Stella componente sotto la commissione presieduta dal compianto Stefano Farina oppure della covisionatura sempre in CAN D di Luigi con il nostro Presidente Trombetta.
Al gradito ospite il Presidente di Sezione Domenico Trombetta e il Presidente del CRA Lazio Giulio Dobosz, presente nella sua casa in prima fila, hanno voluto esprimere un sentito grazie per il lavoro profuso in questi mesi in questa nuova Commissione, sottolineando come serate di questo livello tecnico possono solo che giovare alla crescita non solo degli osservatori, quanto di tutti i ragazzi di tutti gli organici.

IMG 7467
IMG 7469
IMG 7473
IMG 7474
IMG 7475
IMG 7477
IMG 7479
IMG 7480
IMG 7481
IMG 7482
IMG 7486


Mattia Scarpa a Roma 2: “costruirsi una corazza per arrivare in cima”

PHOTO 2022 03 29 17 19 07 1

“Il percorso arbitrale”, appare scritto a caratteri cubitali sullo schermo; Sotto, l’immagine di una montagna e all’interno di essa una strada tortuosa che collega la valle con la cima: “voglio arrivare in cima e godermi il panorama, ma per farlo devo costruirmi una corazza e una bombola durante il tragitto, perché lassù l’aria è rarefatta, si fa fatica a respirare e a cadere ci vuole un attimo”. Si è presentato così Mattia Scarpa, che lo scorso lunedì è giunto a farci visita dalla sezione di Reggio Emilia. Il giovane assistente CAN ha improntato la riunione proprio sulla gestione di tutti gli ostacoli che il “percorso arbitrale” può presentare, non solo motivando i ragazzi e le ragazze più giovani a non mollare nei momenti di difficoltà, ma analizzando in maniera analitica l’atteggiamento da adottare dinanzi a un errore, una delusione o un fallimento.

PHOTO 2022 03 29 17 19 07 2

“Posso garantirvi che spesso i nostri errori in campo sono dovuti a una cattiva preparazione, se le gambe non vanno il cervello si offusca e prendere la decisione migliore diventa difficile”. Da qui Mattia ha espresso l’importanza di allenarsi in gruppo, ma soprattutto di farlo con chi ha più esperienza sfruttando il polo atletico. La parola d’ordine della serata è stata “sacrifici”, più volte ripetuta da Scarpa nel corso della riunione, con lo scopo di invogliare i giovani fischietti presenti a sfruttare a pieno gli strumenti che l’aia gli mette a disposizione: la sezione, il regolamento, il polo atletico e il confronto con i colleghi. Mattia ha concluso riassumendo in una frase il valore aggiunto che l’arbitraggio ha offerto alla sua vita: “nonostante tutti non arrivino ai massimi livelli, l’AIA e l’arbitraggio restano una grandissima scuola di vita.

Mi hanno permesso di sviluppare una specie di “sesto senso” utile anche nella mia vita privata e lavorativa: mi hanno insegnato a decidere in pochissimi istanti con istintività e facendo la scelta giusta”. L’interesse suscitato nei volti della platea si è tramutato in numerose domande alle quali Mattia ha risposto con la solita analiticità e precisione. Il motivo del successo della serata forse risiede proprio in ciò che spinge l’arbitro a superare i proprio limiti, l’immagine della montagna ne è la rappresentazione, perché a differenza di come siamo abituati a pensare (forse anche un po’ per scaramanzia) porsi un obbiettivo a lungo termine non è poi così utopistico. Mattia l’ha fatto, ha superato alcuni ostacoli, ha cambiato “modo” di arbitrare una volta raggiunto il massimo con il fischietto, ed è arrivato lì, sulla cima della montagna.

PHOTO 2022 03 29 17 28 45

Mariani: “Abbiate sempre la passione accesa”

a cura di Giorgio Ermanno Minafra

Lunedi 7 Marzo le mura della nostra Sezione hanno accolto Maurizio Mariani di Aprilia, amico e compagno di avventure di nostri molti associati negli anni, fra i quali Domenico Fontemurato con il quale condivide il polo di allenamento e con il quale non si sono risparmiate provocazioni divertenti che hanno reso più gioviale la serata. Lo stesso Domenico ha donato al Presidente Trombetta e quindi alla sua Sezione la sua maglia del debutto in Serie A. Ritornando al gradito ospite, è stata una riunione con un grande impatto emotivo, per caricare i ragazzi al finale di stagione. Una delle parole chiavi è stata “passione”. Passione che neanche lui aveva, finchè un Presidente di Sezione ha creduto in lui e lo ha spinto a credere in se stesso e in ciò che faceva.
Passione che a causa della pandemia è venuta meno per tutti, ma ora tutto è possibile e tutto può trasformarsi in “voglia”, intesa come sacrificio e fame di arrivare. E’ il vivere ambienti come la Sezione e il polo che si prolifera una crescita umana e arbitrale, grazie ai rapporti di amicizia e condivisione che si instaurano.
Dopo le parole di Maurizio, i più giovani e non solo, si sono lasciati andare a domande che hanno reso tutto più familiare, un gradito confronto non solo fra associati, ma anche fra uomini.
Il Presidente Trombetta ha voluto ringraziare il Presidente di Aprilia Pietro Cazzorla, presente in prima fila, per aver portato la sua esperienza ribadendo che tutto è più facile nella crescita dei ragazzi se si ha come faro uomini come Maurizio.

La formazione dell’OTS continua senza soste

Tre incontri, tutti con l’obiettivo di dare le giuste indicazioni ai ragazzi dell’organico sezionale per questa seconda metà di stagione. Questo il desiderio del coordinatore Luigi Galliano, insieme agli Organi Tecnici Gabriele Mari e Giuseppe Castaldo, supportati dall’assistente CAN D Marco D’Ottavio e con la supervisione del Presidente Domenico Trombetta e del Vice Giambattista Di Giamberardino.
Nel primo dei tre incontri, focus per i soli neo arbitri, i quali hanno ricevuto le raccomandazioni di rito del pre e post gara: dal gestire al meglio la settimana che li porterà a svolgere l’incontro, dall’organizzare la trasferta, fino al curare il rapporto con dirigenti e calciatori. Per molti di loro i debutti sono iniziati e lo scambio di impressioni ha portato alla ribalta l’approccio alla gara e la gestione dei documenti.
Per i restanti due gruppi, le finalità sono state incentrate sullo spostamento sul terreno di gioco, cercando di intuire le dinamiche delle squadre e le tattiche. Grazie ai video di gare CAN D e di gare riprese dei campionati provinciali i ragazzi hanno potuto capire come muoversi nei casi di gioco orizzontale in fase di impostazione e in caso di gioco verticale delle squadre che dà il là alla manovra offensiva e più prossima all’area di rigore. 
L’unione di slides e l’analisi di video hanno portato i gruppi a dialogare con gli organici tecnici, favorendo una crescita a tutto tondo, proprio come da obiettivo iniziale, migliorando aspetti emersi con più criticità nella prima parte di stagione e migliorando anche la comunicazione, sempre più decisiva non solo nell’arco dei 90 minuti.
Soddisfatti gli organi tecnici, soddisfatti i ragazzi, la stagione entra nel vivo e gli spunti di crescita continueranno anche con incontri mirati nelle prossime settimane.

RTO con Carlo Pacifici

Incontro altamente formativo con il Componente Nazionale Carlo Pacifici, salutato in prima battuta dal Presidente Domenico Trombetta e dal Presidente del Comitato Regionale Arbitri del Lazio Giulio Dobosz. Un fiume in piena, nessun slides o video, ma un discorso a 360 gradi sull’essere Arbitri nella sua totalità.


Ricordando la figura di Riccardo Lattanzi, un arbitro deve avere sempre conoscenza piena delle regole del calcio, per poi approfondire la parte tattica e saper affrontare al meglio la gestione dell’errore: “L’arbitro amici miei non è infallibile, le decisioni saranno prese al meglio delle sue possibilità”. E’ vero che l’arbitro bravo è quello che sbaglia meno, ma è pur vero che il contesto dell’errore deve essere accettato da chi lo subisce, senza dimenticare che il giovane ragazzo alle prime armi o un fischietto di Serie A deve essere sempre supportato dalla sua Sezione.

“Penso che chiunque, anche i grandi arbitri, hanno avuto un momento difficile e se dicono il contrario dicono una bugia grandissima: una decisione presa male te la porti appresso ed è qui che bisogna essere forti”. Un arbitro dunque deve essere bravo a metabolizzare l’errore, perché farà parte di quel bagaglio di tanti errori che ci portiamo sulle spalle dall’inizio della nostra attività fino alla fine.

Essere arbitri secondo Carlo Pacifici


Un passaggio poi sull’essere Arbitri oggi rispetto a qualche stagione fa, domandando alla platea virtuale quali sono le difficoltà che si incontrano oggi rispetto magari al passato. “Allora, la velocità del gioco è un grande parametro da tenere in mente per cui un arbitro deve assolutamente essere preparato fisicamente, vanno valutate anche le applicazioni tattiche e basti pensare al calciatore che si mette sdraiato dietro la barriera, azione impensabili anni indietro”.  

Riunione Pacifici Griglia zoom

Prima le grandi figurare arbitrali non ragionavano come team, avevano una loro determinazione e personalità sopra le parti. Ora che siamo squadra, che c’è un auricolare o un Var a supportare determinate decisioni, bisogna essere pronti e decisi nel prendere tutti la decisione corretta, sintetizzando il suo pensiero del teamwork.
Altro aspetto è la concentrazione, essere pronti e tempestivi agli eventi in ogni momento della gara, non adagiarsi sugli allori per una decisione presa bene, ma restare sempre vivi.


“Fare l’arbitro è una scelta difficile, impegnativa, è una scelta seria che impone rigore e rispetto per tutte le componenti del gioco del Calcio. Ci dobbiamo impegnare sempre di più ma dobbiamo essere umili e continuare nella nostra strada e portare avanti il nostro sogno cioè quello di arrivare il più avanti possibile”.


Ultimo aspetto analizzato è il fatto che certamente questa attività ci forma dal punto di vista umano e ci fa diventare più forti più determinati, più sicuri di noi stessi in tutti gli ambiti non solo quello sportivo ma anche quello quotidiano professionale ed umano: un’esperienza dunque che Carlo Pacifici consiglia a tutti di vivere una volta nella vita, perché quella divisa poi ti resta dentro anche dopo anni.


A cura di Giorgio Ermanno Minafra

“Il bello dell’arbitraggio è in due aspetti…”- RTO con Ghersini di Genova

Lo scorso lunedì si è tenuta in modalità telematica l’ultima riunione tecnica del mese di Marzo.

Comportamento Ghersini RTO

Protagonista Davide Ghersini della sezione di Genova, arbitro della CAN  e sorteggiato dall’AIA come ospite designato. Il presidente Domenico Trombetta ha presentato Davide sottolineando l’importanza dell’esperienza altrui come strumento di apprendimento e di crescita per ogni giovane arbitro, concetto ripreso dallo stesso Ghersini in apertura: “Il bello dell’arbitraggio è in due aspetti, il primo è che a differenza del calciatore, tutti gli arbitri devono fare lo stesso percorso per arrivare in alto, il secondo è che questa disciplina  non ammette il piangersi addosso”.

Davide ha proseguito la riunione trattando il delicato tema della preparazione della gara: “come si vince una partita? Lavorando sui quattro aspetti fondamentali, tecnico, disciplinare, comportamentale e atletico/tattico”.

Slide Ghersini RTO

Ha poi aggiunto: “ciascun componente della squadra arbitrale deve fare il massimo per trasformare questi punti nella vittoria finale, unico risultato possibile per la squadra arbitrale”. Con l’ausilio di slides, l’arbitro di Genova ha approfondito i quattro aspetti e ha risposto alle numerosissime domande dei presenti. 

Il presidente Trombetta ha infine ringraziato l’ospite Ghersini, invitandolo a tornare in presenza (covid permettendo) nella nostra sezione.