Riccardo Lattanzi
Riccardo Lattanzi (Ancona, 10 aprile 1934 – Roma, 13 luglio 1991) è stato un arbitro di calcio e dirigente arbitrale italiano.
Con la citazione di questa frase, e con uno sguardo rivolto alla foto di Riccardo Lattanzi, gli istruttori iniziano ogni anno i corsi per i nuovi arbitri: non c’è arbitro italiano oggi che non l’abbia ascoltata almeno una volta. Riccardo, il più famoso della famiglia Lattanzi, ha impostato la sua vita di arbitro proprio seguendo questo principio. Ha amato, studiato ed approfondito le regole di gioco come forse nessuno in Italia. Conoscitore e studioso del regolamento, ha curato per anni la traduzione dei testi della F.I.F.A. Le sue riunioni tecniche, con una comunicazione essenziale ed efficace, suscitavano interesse e passione per approfondire casi e regole del gioco del calcio.
Laureato in giurisprudenza, Riccardo proviene da una famiglia con la passione per il calcio: il padre Vitale, capostipite della famiglia, dopo una lunga carriera divenne “arbitro benemerito”; il fratello Renato per lungo tempo fece da guardalinee proprio a Riccardo; un secondo fratello, Vittorio, è stato anch’egli apprezzato arbitro di serie A. Dopo una carriera dirigenziale prima nelle Ferrovie dello Stato e poi al Ministero del Lavoro, alla fine degli anni ’70 Riccardo entra nell’azienda di famiglia nel campo dell’arredamento.
Già Vicepresidente della Sezione A.I.A. di Roma (1969-1981), nel 1987, nella veste di Commissario Straordinario, fonda la seconda Sezione Arbitri di Roma (“Roma 2”). Nel 1988-1989 ricopre l’incarico di Presidente del Comitato Regionale Arbitrale del Lazio. Sempre nel 1988 viene nominato membro della Commissione Carte Federali e delegato U.E.F.A. Viene nominato Vicepresidente dell’A.I.A. Alla fine della sua carriera diventa responsabile della Scuola Arbitrale, una scuola centrale di arbitraggio che, sotto suo progetto, venne fondata per uniformare a livello nazionale le varie direzioni.