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Seppur a distanza di qualche mese, non è mai troppo tardi per festeggiare in casa Roma 2 un traguardo speciale. Lunedì 19 novembre direttamente dalle parole di Paolo Valeri abbiamo rivissuto tutte le emozioni provate durante l’estate dei Mondiali di Russia 2018.

Valeri, convocato nel gruppo italiano insieme a Gianluca Rocchi, Elenito Di Liberatore, Mauro Tonolini, Daniele Orsato e Massimiliano Irrati, ha molto da raccontare sull’esperienza vissuta per più di un mese in terra russa. Un’esperienza iniziata molto prima dell’atterraggio a Mosca, con ben 37 giorni tra aula e campo grazie ai raduni FIFA di Dubai, Doha e Coverciano.
Un crescendo di emozione ed affiatamento, amplificato dall’essere “blindati” negli undici giorni antecedenti l’apertura del mondiale: un periodo a tratti difficile, con un ritmo serrato tra lavoro tecnico ed atletico, dove la domanda “Come faremo ad iniziare?!” trova la sua risposta nella scarica di adrenalina al momento della prima designazione come Var Back nella gara inaugurale Russia – Arabia Saudita. Una designazione tutta nuova, per la prima volta in una Var Room allestita all’interno di un media center a Mosca in collegamento con tutti i campi dislocati sull’immenso territorio russo.

“E’ stata un’esperienza fantastica, indimenticabile, che porterò sempre con me. Soprattutto le varie culture che ho potuto conoscere e il modo che hanno di approcciarsi gli arbitri delle altre nazioni prima di una partita. Della gara inaugurale della Coppa del Mondo, la cosa che mi è rimasta dentro e mi ha fatto crescere è stato il modo di vivere il pre partita, anche con leggerezza, vedendo i colleghi che cantano spensierati e si abbracciano”

Momenti importanti cementificati dall’amicizia e il gruppo creato nella tra arbitri, assistenti, VAR e staff:

“Nella squadra italiana, abbiamo avuto la fortuna di avere un grande arbitro come Rocchi, che soprattutto è stato un grande capitano a Mosca: ha fatto sì che nonostante i 44 giorni lontani da casa, ognuno con il suo carattere e le sue abitudini, anche con i suoi giorni con “la luna storta”, le cose andassero bene, parlando di tutto tra di noi. Senza un leader per la squadra è difficile che le cose funzionino perfettamente. Dalla Russia ho riportato tanto e sono felice ed onorato di averlo condiviso questa sera con voi”

Spazio alle domande, la prima di Luigi Galliano, Organo Tecnico degli Assistenti del CRA Lazio:

COME TI SENTI OGGI, ARRIVATO SUL TETTO DEL MONDO, RISPETTO A QUANDO ERI UN RAGAZZO COME LORO? COME POSSIAMO FAR SOGNARE QUESTI RAGAZZI?

“E’ la prima cosa a cui ho pensato dopo la telefonata del mio designatore per comunicarmi che ero stato selezionato per questa bellissima avventura. Sono partito dagli esordienti e i sacrifici sono stati tanti, chi è arbitro lo sa, a qualsiasi categoria sia arrivato, il nostro è uno sport tanto bello quanto difficile. La cosa che sicuramente otterrete con il lavoro sono le soddisfazioni, ognuno può raggiungere la propria Serie A, uscendo dal terreno di gioco consapevole di aver fatto il massimo. Se avrete fatto questo, dimostrando costanza, impegno, la voglia di sacrificarsi e di lavorare, otterrete i risultati.”

Anche il Vice Presidente del CRA Lazio Giulio Dobosz, compagno di molte avventure arbitrali, ha sottolineato le parole di Valeri:

“Tutto quello che ha detto Paolo racchiude la storia dell’arbitraggio, come va vissuto dagli esordienti ai mondiali. Questo è lo spirito: divertirsi facendo le cose seriamente. Sembrano concetti in antitesi però senza divertimento rimane solo l’ansia della partita. Ad un approccio sereno ci si arriva solo se si è consapevoli di aver fatto tutto, dalla preparazione atletica, a quella tecnica. E’ questo che fa acquisire la consapevolezza di aver preparato al meglio possibile la prestazione in campo o da VAR. Se sappiamo di esserci allenati, di sapere il regolamento, freschi di testa e di gambe, scenderemo in campo col sorriso consapevoli di fare bene.”

Ed ecco quindi la sua curiosità: “FARE IL VAR IN ITALIA COMPORTA UN APPROCCIO MENTALE DIVERSO RISPETTO A FARLO IN UN MEDIA CENTER LONTANO DALLO STADIO. COME ENTRAVI IN CLIMA PARTITA?”

“Successivamente la designazione comunicata da Collina, c’era un fitto programma di riunioni con tutto lo staff di supporto delle gare: un susseguirsi di briefing con i preparatori tecnici, i quali predisponevano tutte le informazioni utili agli arbitri su squadre, schemi, calciatori, ai quali i VAR partecipavano. La mattina della partita con una chiamata via Skype, ci si incoraggiava a vicenda. Inoltre la Var room, a differenza del VOR allo stadio, ti permette di concentrarti al 100% per il lavoro che devi fare, in maniera quasi asettica.”

Onorati per la presenza del Presidente della Sezione di Catanzaro Franco Falvo, riportiamo le sue parole:

“Per me è sempre un privilegio essere a Roma 2, è un tuffo nel passato anche perché incontro tanti compagni di vita oltre che di arbitraggio. Paolo prima di essere un grande arbitro è un grande uomo di cui Roma 2 deve essere orgogliosa, per il grande senso di appartenenza, non avendo dimenticato da dove è partito. COSA PORTERAI NELL’ALBUM DEI TUOI RICORDI, LA COSA PIU’ INTIMA, L’ANEDDOTO AL QUALE SEI PIU’ LEGATO?”

“Sono stati dei giorni veramente intensi, carichi di emozioni, delle vere e proprie bombe di adrenalina difficili anche da descrivere. I giorni seguenti al ritorno da Mosca mi sentivo un pesce fuor d’acqua, anche se ero nel mio ambiente con la mia famiglia. Ormai eravamo abituati con il primo focus mattutino sul lavoro da svolgere in aula, confrontarsi con i colleghi e vedere i video delle partite. Il “risveglio” da questa esperienza è stato un po’ complicati. La cosa che porterò sempre, oltre al bagaglio tecnico acquisito tra i raduni e la Russia, è la leggerezza che, unita alla preparazione totale della gara, ci fa essere pronti e spogli da paure e pressioni. Non ci si improvvisa, non si inventano le prestazioni, e questo la FIFA ce lo ha fatto capire chiaramente.”

Con la consegna della divisa ufficiale dei Mondiali, arricchita dalla sua personale dedica, Valeri fa un ultimo appello ai ragazzi del corso arbitri:

“Io come voi sono nato qui, la vostra casa è la sezione, i vostri “fratelli” arbitri li troverete sempre qui, i vostri “padri” sono a disposizione per aiutarvi. La sezione è tutto, nonostante gli impegni famigliari e lavorativi, per la crescita personale e arbitrale.”

Da parte della Sezione, dalle mani di Daniele Di Resta, la consegna della targa ricordo dell’evento, con le parole del nostro Vice Presidente che hanno concluso la serata:

“Grazie Paolo per averci rappresentato durante la massima espressione del calcio mondiale, anche per noi del calcio a 5 sei un riferimento per far capire a chi ancora non conosce il mondo del futsal, che facciamo parte della stessa associazione, di cui siamo tutti orgogliosi di appartenere.
Ricordiamoci tutti noi che anche loro sono passati per i campi di periferia, campi come quello dove il collega di Ciampino Riccardo Bernardini è stato aggredito, al quale facciamo un grande applauso. Anche quando direte “Ma chi me lo fa fare?!” troverete nuovi stimoli in voi, nella parole di colleghi come Paolo e nella Sezione che vi sostiene sempre.”

Articolo a cura di Giulia Tempestilli
Foto a cura di Marco Ferrara