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sliderValeri1  E fu così che un lunedì come tanti ti ritrovi Paolo Valeri, sì proprio lui, il nostro internazionale, a fare una riunione tecnica più che speciale, unica nel suo genere. Grazie ad alcuni video e ad alcune slides ha ripercorso momenti della figura arbitrale in alcune situazioni anomale e in alcuni momenti salienti. Tutto è partito dal termine “arbitro” dove la A sta per autoritario, non senso di dittatore, chiaro, ma come persona che sa farsi rispettare, che riesce sempre a mantenere le distanze arbitro-calciatore (si ricorda la scena di un Milan-Palermo fra lui e Van Bommel). La R sta per Rigoroso, non perché assegna rigori come ha suggerito il presidente sezionale sdramatizzando, ma nel senso di meticoloso, che cura ogni aspetto del pre-gara: dal pranzo, all’allenamento settimanale, allo studio delle società, dell’ambiente, di come ne parlano i giornali, alla ricerca della serenità (noti gli articoli su di lui dopo un’intervista dello scorso anno del presidente dell’Udinese Pozzo). La B sta per Bravo, cioè per colui che riesce a farsi rispettare anche dopo una situazione critica come ha suggerito Daniele Martinelli, cioè come colui che sa prendere una decisione in mezzo a tante difficoltà e ne esce col sorriso e col rispetto dei calciatori e delle società (alla luce è emerso il recente Parma-Napoli…). La I indica Impermeabile, cioè come un k-way che devi farsi scivolare le “secchiate d’acqua” , ecco che l’arbitro deve essere sempre naturale e se stesso: un errore non deve condizionarlo, ma devo lasciarlo trasparente e cercare di non cadere nella cosiddetta legge di compensazione, stabilita chissà da chi. La T di Tempestivo e la R di Rapido sono strettamente connesse: l’espulsione di Muntari in un minuto in un Catania-Inter,  le eventuali proteste “petto a petto” di Inler in un Udinese-Parma, o come in un Lecce-Vicenza di serie B di tre anni fa, il nostro Paolino ha impiegato ben 2 minuti per far battere agli ospiti una punizione al limite dell’area: bisogna velocizzare le riprese di gioco, non tollerare comportamenti ostruzionistici dei giocatori in barriera, fischiare il fallo e andare a posizionare la distanza, più veloci siamo e più veniamo rispettati e tutti ne beneficiano. La O di Orgoglioso, perché in fondo una carriera come la sua, dopo tanti sacrifici, l’ha portato a ricevere il prestigioso Premio Mauro (in foto) premiando tutti i suoi sforzi e la sua voglia di farcela, di essere Arbitro dentro e fuori il terreno di gioco, soprattutto orgoglioso di appartenere alla sezione di Roma2 – Riccardo Lattanzi.
Insomma si potrebbe parlare per ore di questa riunione che ha emozionato tutti, che ha portato tanti associati, giovani e vecchi, a rimanere incollati allo schermo e a tributargli un lunghissimo applauso finale, come quelli che di solito si fanno ai grandi ospiti. Paolo è un grande, non è un ospite: è un nostro consezionale e tutti ne vanno fieri di avere come punto di riferimento la sua figura: dopo ieri, credo che tutti si sentiranno un po’ più fortificati e carichi. Grazie Paolo!!!

A cura di Giorgio Ermanno Minafra