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Si illumina il palco di Roma 2 per la prima visita ufficiale di questo 2013: ospite importante, un platea di tutto rispetto, presidenti e colleghi delle sezioni limitrofe… Insomma, tutti gli ingredienti per una meravigliosa serata. E così è stato.

Si accendono i riflettori. Marco Ivaldi, Sezione di Genova, Componente CAN B, ex Assistente Internazionale. Che dire di più per far comprendere l’importanza dell’ospite? Una cosa è da aggiungere, al di fuori dei dati relativi alla sua carriera… Un grande uomo, fuori e dentro il “campo”!!! Si, proprio così, perché, Marco, ha colpito tutti sin dalla sua presentazione alla platea. Un sorriso coinvolgente, tanta serenità, coerenza, saggezza e tanta voglia di trasmettere tanto a tutti i colleghi presenti. Un’ora che ha lasciato incollati alle proprie sedie gli astanti tra cui, le gradite presenze di tutte le nostre punte di diamante, Paolo Valeri, Giulio Dobosz ed Alessandro Giallatini (mancava solo Francesco Castrignanò impegnato a Modena in campionato), e del presidente della Sezione di Ciampino, Paolo Samà, e quello uscente Antonio Buccini, a testimoniare il forte legame tra le due sezioni.

Andiamo, però, a raccontarla questa serata, andiamo a raccontare passo dopo passo quello che questa visita ci ha regalato.

 

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Si comincia subito con la una sorpresa per l’ospite presente. Il presidente, Massimo Ubertini, lascia le prersentazioni del caso ai due responsabili della comunicazione, Daniele Intoppa e Giorgio Minafra, ed ecco il primo colpo ad effetto. Parte il video con cui da quest’anno, ad ogni ospite, viene dato il benvenuto. Scorrono sul maxischermo le immagini: un’alternanza tra quelle del fondatore di Roma 2, Riccardo Lattanzi, e quelle di Marco Ivaldi. L’emozione coinvolge un po’ tutti, in particolare l’ospite.

Ed eccolo, arriva il suo momento, quello di prendere il microfono e prendere in mano le redini della serata: si accendono i riflettori su Marco, il suo saluto, gli applausi della platea. Non si perde tempo, però, si inizia. E, l’inizio, non può non essere dedicato alla CAN B, di cui fa parte.

 

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La CAN B: 22 osservatori, 27 arbitri (tra cui uno di casa, Francesco Castriganò), 43 assistenti; Il numero 1 della commissione, Domenico Messina. I suoi collaboratori, Marco per gli assistenti e, Emidio “Mimì” Morganti per gli arbitri; Serie B Win, alcune gare di Coppa Italia, di Serie A, ed internazionali, questo il suo “campo”; ma, soprattutto… Una squadra!!! Si, una squadra. E, Marco ci spiega il perché.

In primis, partendo dalla compito che ha l’Organo Tecnico, quello di esserne l’allenatore, con la A maiuscola. Lavoro strutturato come quello di un allenatore di qualsiasi sport con lo scopo di motivare, comprendere, preparare la sua squadra per dare sempre il meglio.

La squadra al centro di tutto perché, “chi arbitra non va in campo solo per se stesso”. Arbitro, assistenti, quarto ufficiale e soprattutto l’osservatore, con il compito di responsabilizzare gli uomini che scenderanno sul terreno di gioco.

 

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Il dialogo. L’importanza di un buon tecnico di saper comprendere i componenti della propria squadra, lo stato d’animo di ogni singolo componente, con lo scopo di riuscire ad impiegare tutti al meglio ma, soprattutto, l’importanza di dare importanza all’”uomo”.

La tecnica. La preparazione tecnica attraverso filmati, confronti, allenamenti. Creare gli automatismi necessari per riuscire a comprendere qualsiasi evento che può accadere sul terreno di gioco, partendo dall’analisi dei propri errori: “Solo se si comprende la causa di un errore si è in grado di migliorare”. L’allenamento dell’arbitro sta nell’”aver ben chiaro in mente cosa fare quando si verificano determinati eventi”.

La trasparenza, la meritocrazia, la motivazione, la voglia di mettersi sempre in gioco e l’autocritica/autovalutazione. Aspetti che hanno il fine unico di far dare sempre il meglio a chi scende in campo.

Questa è la CAN B, il suo “campo”, raccontata attraverso le parole di Marco… Un mix perfetto per cementare il gruppo, creare l’arbitro o l’assistente, per far sì che la squadra risulti vincente!!!

Dopo la parentesi sulla CAN B, Ivaldi, ci delizia con un esempio di quella che è una lezione tecnica nella sua commissione. Ci fa vedere con l’ausilio di filmati, come si allenano gli arbitri e gli assistenti, come si analizzano gli eventi e si creano determinati automatismi. Tutti a bocca aperta davanti al maxischermo: scorrono episodi su episodi… Punizioni, azioni d’attacco, azioni fallose, di tutto di più!!!

 

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Parte finale della serata è stata dedicata alle consuete domande degli associati tra le quali: “Cosa può fare un assistente per essere pronto e “aspettarsi l’inaspettato?”, “Quali momenti della sua lunga e gloriosa carriera lo hanno amareggiato e quali persone lo abbiamo aiutato e motivato ad andare avanti?”

E dopo aver posto anch’egli domande ai giovani ragazzi che gremivano la sala “Riccardo Lattanzi”, la serata si è conclusa con una citazione di un grande campione dello sport, Muhammad Ali:

“I campioni non si costruiscono in palestra. Si costruiscono, partendo da qualcosa che hanno nel profondo: un desiderio, un sogno, una visione. Devono avere abilità e volontà, ma la volontà deve essere più forte dell’abilità”

Sì, perché noi arbitri abbiamo il dovere di credere nel sogno chiamato Eccellenza, Comitato Nazionale, Serie A, Coppa dei Campioni. Abbiamo il dovere di avere sempre un obiettivo da mirare e… Raggiungere!!!