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Cronaca del Raduno UEFA Mentor&Talent 2014

A Roma si dice che per essere competitivi bisogna “mettere la chiesa al centro del villaggio”, ebbene il raduno UEFA Mentor&Talent, al quale ho partecipato nei giorni 28-29 novembre, ha rappresentato tutto questo.
La chiesa in questione non può che essere lo splendido Centro Tecnico Federale di Coverciano che ci ha ospitato, mentre il villaggio quel grande mondo del calcio che noi tutti amiamo e di cui facciamo parte. Ma questa è una splendida cattedrale, un luogo in cui grandi artisti hanno lasciato il proprio segno indelebile e che spesso coincide con la perfezione.
Nel caso del nostro raduno i grandi artisti che hanno dipinto, costruito e impreziosito questo appassionante meeting sono stati il Settore Tecnico della UEFA, rappresentato dallo svizzero FRANCESCO BIANCHI, capo del progetto UEFA Mentor&Talent a livello europeo, e il Settore Tecnico dell’AIA, relativo al progetto, presieduto dall’eclettico quanto sopraffino ALFREDO TRENTALANGE, supportato dalla sua competente commissione.
I quattro principi cardini su quali i “maestri del settore” hanno basato la loro arte sono stati l’ETICA, la TECNICA, l’ORGANIZZAZIONE e l’UMANIZZAZIONE.
In primis dal punto di vista ETICO ci hanno fatto riflettere e portato alla conoscenza di10432490_10204835333790518_1393952009911466321_n cosa significhi essere Arbitri, ossia non dei dittatori che domenicalmente impongono in campo la propria legge, bensì degli organi di giustizia che hanno l’obiettivo di portare la pace in campo, tutelando i più deboli.
TECNICAMENTE, in sintesi, come detto da Trentalange stesso, si è cercato di alzare l’asticella a livelli ben maggiori delle nostre categorie, soffermandoci su aspetti che a prima vista sembrano dettagli, ma che in realtà sono alla base di chi vuole raggiungere la tanto acclamata perfezione. Ci sono stati inoltre proposti da Bianchi gli innovativi video-quiz suscitando un profondo interesse in tutti i 107 talents presenti in sala, che hanno mantenuto sempre un comportamento esemplare e rispettoso, come necessitava d’altronde un contesto così elevato.
Per quanto riguarda l’ORGANIZZAZIONE ci è stato spiegato, ma soprattutto insegnato attraverso le rigide ristrettezze tempistiche, da parte della commissione cosa voglia dire sapersi organizzare, esortando tutti gli arbitri alla massima puntualità agli appuntamenti. Questo ha fatto sì che tutti siano stati responsabilizzati ad essere meno giovani e piu’ arbitri, cosa che ognuno di noi ritroverà sia in campo già dalla prossima domenica, così come nella vita di tutti i giorni.10623684_10204835346750842_3033568842356335508_o
Tuttavia il punto su cui ci si è soffermati maggiormente e che forse è stato il vero fulcro del meeting è stata l’UMANIZZAZIONE. Ciò ha permesso a noi arbitri di capire realmente cosa vuole dire essere un arbitro, e non fare l’arbitro. I principi analizzati sono in primo luogo l’umiltà, perché colui che vuole il rispetto deve essere il primo a darlo agli altri, la puntualità che è alla base della logistica di ogni arbitro e deve essere una costante di tutti i giorni, il controllo delle proprie emozioni, perché l’arbitro è un organo di giustizia e come tale deve agire nel modo più concreto ed efficace possibile, senza dare sfogo a proprie repulsioni psico-fisiche.
Personalmente l’aspetto che mi ha colpito di più in questi due giorni è stato l’incontro avvenuto nel pomeriggio di sabato, quando è arrivato in sala, nel fervore generale, colui che è il Campione del Mondo della nostra categoria, l’Arbitro Nicola Rizzoli . La conferma alla mia sensazione iniziale è stata ciò con cui ci ha saputo intrattenere. Rizzoli ci ha mostrato dei video delle sue partite, nella fattispecie due del mondiale (Finale e Quarti) e una della passata Champions League (Semifinale), soffermandosi sul perché delle sue scelte e delle sue decisioni, sottolineate dalla “chicca” dell’audio originale del suo microfono collegato con i suoi assistenti, che ci ha fatto avere una visione straordinariamente chiara ed umana degli episodi in questione.10429352_10204841017972619_2967470046298805516_n
Sappiamo tutti bene che oggi una delle componenti fondamentali di un arbitro è la preparazione atletica. Dunque non poteva mancare l’intervento del Responsabile Atletico della CAN Carlo Castagna, il quale ci ha mostrato un innovativo test dinamico chiamato “ReD”, un’evoluzione del già moderno “YO-YO Intermittent Recovery Test”, che abbiamo potuto provare in anteprima anche sul terreno di giuoco.
Dulcis in fundo l’intervento di chi presiede questa incredibile macchina “all’avanguardia della tecnica arbitrale”, il Presidente dell’ AIA Marcello Nicchi. Egli ha parlato dell’indispensabilità degli arbitri nel mondo del calcio, sottolineando il suo impegno – come di tutta l’AIA – nel reprimere ed eliminare la violenza sugli arbitri. A tal proposito si è anche soffermato sulla differenza che vi è tra un ragazzo che a 18 anni ha deciso di fare l’arbitro ed un pari età che invece gioca ancora a calcio, sottolineando a vantaggio del primo, l’educazione, il rispetto, la disciplina di chi ha questa passione, che sono i mezzi per passare dall’essere colui che cerca di DIVENTARE un arbitro a colui che E’ un ARBITRO.
Dal punto di vista personale posso solo dire di essere ancora un po’ incredulo se ripenso a quanto grande sia stato l’evento a cui ho partecipato, andando ben oltre ogni mia più rosea aspettativa. Ho avuto la sensazione di partecipare a qualcosa che è davvero importante, stimolante e di un livello così alto che non so se riuscirò mai a raggiungere.
A cornice di tutto ciò c’è stato il legame che abbiamo stretto tra noi Talent del Lazio, ma anche quello che abbiamo approfondito con i nostri Mentor (IVAN MAGNANI di Frosinone e ODOARDO MARCELLINI di Roma1), che in un contesto nazionale ci ha fatto sentire in dovere di essere uniti per rappresentare al meglio la nostra regione, ovvero il CRA LAZIO. Abbiamo condiviso e discusso delle caratteristiche e delle differenze della nostra terra, del nostro calcio, dei nostri campionati.10373146_10204835312909996_3730366166734808168_o
In conclusione al di là di ogni retorica e con tutto il rispetto per tutti gli eventi AIA ai quali ho partecipato nella mia ad oggi breve carriera arbitrale, il raduno Mentor&Talent è stato senza alcun dubbio l’esperienza più formativa. Non mi sono limitato ad apprendere lezioni di base, o comunque del mio livello, ma di uno spessore notevolmente superiore: il primo momento in cui ho avuto una idea più profonda di cosa significhi essere un arbitro. “Non vi è discesa se non vi è prima una salita”, è proprio è iniziata una lunga scalata verso il successo. Un percorso che non è detto si debba concludere per forza al traguardo, bensì nel punto più alto che si può raggiungere.
Ed eccomi dunque che sono tornato a casa, nella mia sezione, Roma 2 la mia chiesa di periferia, quella che ti resterà sempre nel cuore come il tuo oratorio quando eri un ragazzino, con il Presidente a far le veci del Parroco che ti sgridava se commettevi qualche birichinata, ma che in realtà ti vuole un bene dell’anima. In conclusione non resta altro che lavorare, piuttosto che sperare, per poter tornare ad essere ospite “della chiesa al centro del villaggio”.

 

A cura di Michelangelo Potenza

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