L’INTERVISTA: PAOLO VALERI RACCONTA LA SUA SUPERCOPPA
Ideato e curato da Giulia Tempestilli
Il periodo delle feste, si sa, porta ognuno di noi a fare un bilancio sull’anno che sta per concludersi, analizzando successi, traguardi raggiunti e ovviamente quello che si può migliorare nell’anno avvenire: per la Sezione di Roma 2 è stato un anno meraviglioso, ricco di soddisfazioni ad ogni livello arbitrale.
L’ultimo “fuoco d’artificio” dell’anno lo abbiamo potuto ammirare lunedì 22 Dicembre in Qatar, quando Paolo Valeri ed Alessandro Giallatini hanno fatto parte della sestina designata per dirigere la Supercoppa Italiana. Da qui l’idea di farci raccontare dal diretto interessato cosa ha provato in una gara così importante, le sue sensazioni ed emozioni, per avvicinare un AE Internazionale ai suoi consociati e non solo, per capire capire che nonostante una carriera ricca di esperienze ad altissimo livello, quello che si prova su quel rettangolo verde accomuna tutti quanti.
Caro Paolo,
Quali sono state le sensazioni provate al momento della comunicazione della designazione?
Quando il mio designatore Domenico Messina mi ha comunicato che sarei stato l’arbitro della finale ho provato un brivido forte ed intenso. Non nascondo che dentro di me nutrivo il desiderio e la speranza di arbitrare questa ambita partita, ma quando mi è stata comunicata la designazione mi è sembrato di vivere un sogno.
Arbitrare una finale non è mai semplice, quale può essere l’approccio migliore per una partita del genere, soprattutto quando a scontrarsi sono due squadre come Juventus e Napoli?
La finale di Supercoppa Italiana negli ultimi anni ha acquisito un’importanza sempre maggiore e proprio per questo motivo sapevo che sarebbe stata una partita molto delicata. Oltre a questo c’era anche da considerare la voglia di rivincita del Napoli dopo la sconfitta nell’agosto 2012 subita proprio contro la Juventus. Nei 4 giorni precedenti la gara ho avuto modo di studiare le tattiche delle due squadre, i movimenti ed i comportamenti dei calciatori. Ho lavorato per essere sereno e concentrato, anche grazie ai miei fantastici colleghi e compagni di viaggio, grazie ai quali ho vissuto momenti di relax, divertimento, ma anche e soprattutto giornate dedicate all’allenamento ed alla preparazione della gara.
Raccontaci la felicità di condividere un traguardo del genere con un consezionale come Alessandro Giallatini.
Alessandro non è un semplice consezionale. Sandrino è il mio testimone di nozze, ed io sono il suo. È il padrino di mio figlio. È il più grande amico che ho all’interno dell’AIA. Secondo te sono stato felice di vivere questa avventura assieme a lui?!
Come e perchè questa partita ha arricchiato il tuo bagaglio di esperienze a livello arbitrale?
È stata un’esperienza indimenticabile. Non avevo mai diretto una finale da quando sono alla Can e ho provato l’emozione e l’onore di arbitrare una partita di grande importanza di interesse nazionale.
Inoltre ho ricevuto apprezzamenti per il mio operato da tutto il movimento aia e dal calcio in generale. Non posso che ritenermi soddisfatto e continuare, ora più che mai, a crescere professionalmente… Con una medaglia in più in bacheca!