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LE PRIME VOLTE IN CAMPO DOPO IL CORSO ARBITRI

Il fischio d’inizio di una carriera straordinaria può partire proprio da qui. Con l’esordio di nuovi arbitri nel calcio a 11 della Sezione A.I.A. Roma 2, si rinnova la grande tradizione di chi scende in campo non solo per dirigere il gioco, ma per viverlo con passione, carattere e competenza.

Sabato 10 maggio e domenica 11 maggio, i neo arbitri del corso terminato ad aprile 2025 hanno fatto il loro esordio brillante nella prima gara ufficiale, dimostrando preparazione, sicurezza e spirito sportivo. Un momento che segna l’inizio di un percorso fatto di crescita, sfide e soddisfazioni.

Le emozioni e le prime impressioni di chi ha vissuto questa esperienza sono un’ulteriore conferma della bellezza di questa avventura:

  • Flavio Catracchia: “Io durante il primo tempo ero un po’ disorientato, ho anche annullato un goal per un fuorigioco. Nel secondo tempo, invece, mi sono sentito meglio in campo e ho saputo gestire qualche situazione burrascosa tra panchine e calciatori. Tutto sommato una bellissima esperienza.”
  • Federico Fausti: “La mia esperienza è stata fantastica, mi sono divertito molto e mi sono trovato bene. Durante la partita ho assegnato un calcio di rigore e ho ammonito due calciatori verso la fine del secondo tempo. Tutto sommato, niente male.”
  • Alessio Bragalone: “Esperienza bellissima, mi sono divertito tantissimo. Non vedo l’ora di fare la seconda gara!”
  • Matteo Pisapia: “La squadra ospite non si presenta al campo, attendo il tempo di attesa e chiacchiero con il tutor. Ad ogni comunque è stato emozionante come prima volta.”
  • Antonio Velea: “È andata bene, partita molto calda, piena di tifosi con i fumogeni e i botti quindi è stato strano. Però, a dir la verità, è andata benissimo. Le emozioni erano tante, arbitrare la prima partita è tanta roba!”

Se il calcio ti emoziona e vuoi essere parte integrante delle sfide, questo è il momento di agire! Il prossimo Corso Arbitri è ufficialmente aperto alle preiscrizioni, pronto ad accogliere chi ha il coraggio e la determinazione di mettersi alla prova.

Perché diventare arbitro?

  • Leadership e crescita personale – Essere arbitro significa prendere decisioni, gestire situazioni complesse e migliorare la tua capacità di leadership.
  • Sport e adrenalina – Il calcio non si osserva più da bordo campo: lo vivi da protagonista, ogni partita è una nuova sfida!
  • Opportunità e carriera – Un percorso che può aprire le porte a esperienze nazionali e internazionali, fino ai massimi livelli del calcio.
  • Gruppo e appartenenza – Entrerai a far parte di una grande famiglia, condividendo esperienze con colleghi e amici.
  • Vantaggi esclusivi – Diventare arbitro non è solo un’esperienza formativa e sportiva, ma offre anche benefici concreti:
  • Rimborso spese per ogni gara
  • Tessera federale per accedere gratuitamente allo stadio
  • Credito scolastico per chi frequenta le scuole superiori

Come iscriversi?

Le preiscrizioni per il Corso Arbitri Roma 2 sono già aperte! Visita il sito www.aiaroma2.it e compila il modulo di adesione. Il primo passo verso il campo e verso un’esperienza indimenticabile è nelle tue mani.

Non perdere questa occasione! Il gioco inizia con te.

tozzi samuele
fausti
galliano
longo
mattia tofanelli
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COPPA ITALIA, COLAROSSI CI PORTA IN FINALE

La 78esima edizione della Coppa Italia si appresta a vivere il suo ultimo atto: diretta TV su Canale 5 e Mediaset Infinity mercoledi 14 maggio alle 21. Tutti gli occhi sullo stadio Olimpico teatro della sfida fra Bologna e Milan.

Doppietta per la nostra regione, con Maurizio Mariani arbitro della sezione di Aprilia coadiuvato come secondo assistente dal nostro Valerio COLAROSSI!

E sarà la seconda finale in un anno e mezzo per Valerio, reduce nel gennaio 2024 della sfida in terra araba fra Napoli e Inter per il trofeo della Supercoppa Italiana; ora quindi è tempo di quella di Coppa Italia, per la quale manchiamo dal 2018 quando fu designato come assistente il nostro Giulio Dobosz.

Congratulazioni Valerio!

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C5 SERIE D, FINALE PER OTEL E GALLUCCI

Francesco Gallucci e Constantin Cosmin Otel hanno diretto ieri la finale di Final Four di Serie D a Velletri.

Nel fine settimana del 10 e 11 maggio si sono svolte le semifinali e la finale tra le quattro squadre vincitrici dei rispettivi gironi al termine del campionato: Corchiano (girone A), Palestrina (B), Casale di Roma (C) e Circolo Monte Citorio (gruppo D).

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CORSO ARBITRI, ECCO I 29 NUOVI ASSOCIATI

Si è svolto l’esame del corso arbitri, ecco chi ha brillantemente superato il secondo ciclo stagionale e si appresterà a scendere in campo nelle prossime settimane per la Prima volta.

Ecco i 25 ragazzi del calcio a 11

ALUNNI ROVERILORIS
BRAGALONEALESSIO
CATRACCHIAFLAVIO
CHIARALEONARDO
DELFINOMASSIMO
ED DOUKALIFATIMA
EL DIN BADRSULAF
FAUSTIFEDERICO
FOUDALRIDA
GALLIANOGABRIELE
GRASSIJONATHAN
GRASSOMORGAN NICHOLAS
GUERCIOMARTINA
IACOVELLIRICCARDO
LONGOMARTINA
MELOUKIREDALLAH
PISAPIAMATTEO
PROIETTIVALERIO
RAGUSASAMUEL
SALEHZIAD
SIFEDINEILYAS
TOFANELLIMATTIA
TOZZISAMUELE
VELEAANTONIO NICUSOR
VIOLAANDREA

Ecco invece i nomi dei 4 ragazzi del calcio a 5

ALEXEEVANASTASIA
IZZOMICHELE
PINNAAGOSTINO
MELITARAFFAELE

3° MEMORIAL DAVIDE FAVETTI, UNA NOSTRA TERNA NELLA FINALE

Si è concluso sabato 19 aprile 2025 il 3° Memorial Davide Favetti con la finale per il primo posto tra Atletico Torrenova e la Romulea, presso lo stadio Comunale Domenico Mammoliti sede del Tor Lupara 1968 del presidente Donato Olivieri organizzatore della kermesse calcistica, con il patrocinio del Consiglio Regionale Lazio, del Comitato Nazionale Italiano Fair Play del presidente Ruggero Alcanterini e con il patrocinio del Comitato Croce Rossa Italiana Nomentum del presidente Dimitri Grazzini, nuovamente in campo per ricordare Davide Favetti ragazzo prematuramente scomparso.

E’ stata una settimana colma di emozioni di sport per ricordare Davide Favetti, vince l’Atletico Torrenova per 3 a 0 contro la Romulea, con una nostra terna che ha visto presenti come direttore di gara Andrea Minasi, primo assistente Alessandro Marabitti, secondo assistente Luigi Cigliano insieme al nostro tecnico C11 Francesco Maretto, omaggiato dal presidente Donato Olivieri con il pallone ufficiale del Tor Lupara 1968.

Presente mamma Luana e papà Massimo con grande dignità hanno partecipato ad ogni momento del memorial, fino alla premiazione finale. Ospite il direttore Raffaele Minichino di @sportinoro_official media partner del memorial con la propria redazione.

Si ringraziano per foto e articolo anche @fausto_zilli per quanto riportato già su Il Giornale del Lazio.

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MARCO BELSANTI DI BARI OSPITE IN SEZIONE

“Essere un arbitro o un assistente non significa solo applicare le regole del gioco, ma anche saper affrontare decisioni critiche, gestire situazioni di alta pressione e mantenere un equilibrio tra la giustizia sportiva e la propria vita personale”. Inizia così un emozionato Marco Belsanti, assistente di Bari e secondo anno alla CAN, ospite sorteggiato per quest’anno davanti ad una platea con tanti ragazzi giovani in organico sezionale e regionale con una prima fila formata fra gli altri dai CAN Giallatini e Fontemurato, il Componente Can D Dobosz e altri nazionali.

La vita di un arbitro, come quella di qualsiasi altro professionista, è dominata da una serie di priorità. La principale, senza dubbio, è il rispetto delle regole e l’imparzialità. Ogni arbitro, per essere efficace, deve essere costantemente in allenamento fisico e mentale, lavorando sulla propria condizione atletica e sullo studio delle regole del gioco, affinché possa prendere decisioni rapide e accurate durante una partita. “Oltre alla preparazione tecnica, un arbitro deve anche saper gestire le emozioni e le pressioni esterne. Saper bilanciare queste emozioni con la serenità e la lucidità necessarie per svolgere il proprio lavoro è una delle priorità che, un arbitro, porta con sé nella sua vita quotidiana”.

Un altro aspetto importante della vita di un arbitro è la sua capacità di relazione, sia con gli altri ufficiali di gara che con i giocatori. “Quando si entra nel contesto di una partita, la figura dell’arbitro e dell’assistente è centrale nel mantenere l’ordine e l’equità in campo. Le priorità sono molteplici e vanno oltre l’applicazione della legge del gioco. Ogni situazione presenta una specifica necessità di valutazione e di azione”. Ed è così che Marco tramite alcuni video ha interrogato i più giovani sull’individuare le priorità da un lato e dall’altro.

“Per esempio, su un fallo l’arbitro deve avere la prontezza di riconoscere quando un’azione sia da punire, quale sia la gravità della violazione e, se necessario, adottare un provvedimento disciplinare. Gli assistenti, in questo caso, offrono supporto visivo e talvolta hanno una visione più chiara di certi episodi. La coesione tra arbitro e assistente in questo contesto è fondamentale per evitare errori di valutazione, seppur le priorità talvolta possano essere diverse e la capacità di mantenere un atteggiamento sereno ed equo è fondamentale in questi casi, affinché ogni decisione venga presa con la giusta misura”.

Se il fuorigioco rappresenta una delle situazioni più complesse per gli assistenti, il focus di Marco è stato sul concetto di teamwork anche qui. “Siamo arrivati ad un livello tale per cui la comunicazione tra arbitro e assistente deve essere rapida ed efficace, per evitare confusione quando ci si trova a dover prendere una decisione relativa alla punibilità di un fuorigioco”, cercando di aiutare soprattutto chi opera in terreni regionali.

Infine, ci sono numerose altre situazioni che possono sorgere durante una partita e che richiedono la giusta risposta da parte degli ufficiali di gara. “Si pensi, ad esempio, agli episodi di gioco pericoloso, al comportamento antisportivo o alla gestione delle sostituzioni. In tutti questi casi, l’arbitro deve essere pronto a decidere rapidamente e con certezza, tenendo sempre a mente l’equità del gioco e la sicurezza dei giocatori e noi assistenti dobbiamo esserci, non essere passivi, ma snasare le criticità dandogli le giuste priorità laddove serva”.

Alla fine della riunione, scambio di doni fra Marco e il Presidente Domenico Trombetta che lo ha ringraziato per aver dato messaggi chiari e puntuali soprattutto ai più giovani.

Di seguito la gallery della serata:

MARZO, IL CALENDARIO DELLE RIUNIONI

Sarà un mese di Marzo impegnativo, ma ricco di spunti tecnici in quanto per noi la Formazione è la base vitale per un Arbitro.

Ecco gli appuntamenti delle riunioni tecniche obbligatorie:

*Lunedì 10* settore tecnico con Emiliano Mascherano

*Lunedì 17* Daniele Martinelli componente Can D

*Lunedì 24* con ospite assistente CAN Belsanti di Bari

Tutte avranno inizio alle ore 19:00, prendiamone nota.

PAOLO VALERI, IL VAR E IL SUO SVILUPPO

Vi presentiamo la traduzione di una lunga intervista fatta al nostro Paolo Valeri circa l’utilizzo e l’evoluzione del VAR realizzata per la “Gazzetta” e che potrete trovare in lingua originale al seguente link https://specials.gazzetta.gr/football/o-paolo-valeri-gia-to-var/index.html

Siamo in una buona posizione in Grecia per quanto riguarda l’uso del VAR? Qual è la tua opinione?

Innanzitutto, grazie per essere qui. È un piacere per noi perché è importante informare i tifosi greci sul lavoro che svolgiamo. Ciò che facciamo è importante. Prima di tutto, siamo qui per il calcio greco. Questa è la cosa più importante. Perché, come la vediamo noi, siamo al vostro servizio per garantire che il calcio greco vada nella giusta direzione. Il VAR è iniziato molti anni fa. Abbiamo iniziato nel 2016 in Italia. Siamo stati i primi a introdurre il VAR e crediamo che da allora siano stati apportati molti cambiamenti.

Come è nato il tuo coinvolgimento nel calcio greco?

è iniziato qui in Grecia ad agosto. Ho ricevuto una telefonata dal presidente della Federazione calcistica ellenica, il signor Gagatsis, a fine luglio. Ero alle Olimpiadi come VAR per la FIFA e per me è stata una grande sorpresa. Credetemi. Ho avuto poco tempo per decidere sul mio futuro. Il signor Gagatsis mi ha informato che dovevamo preparare la fantastica squadra che abbiamo qui in Grecia. Lavoro con il signor Lannoy, il presidente, e Roberto Alonso. Siamo una squadra internazionale. Ho deciso subito di accettare questa nuova sfida perché, per me, questo inizio era molto importante. Per acquisire esperienza con il VAR in quante più competizioni possibili. Perché sono stato uno dei primi a iniziare a usare questo fantastico strumento, questa tecnologia.

Per quanto riguarda la presentazione dei dati?

Vorrei presentare alcuni dati, se siete d’accordo. Vi mostrerò alcune cifre perché ho fatto parte del comitato e ho partecipato alla riunione con la Federazione, la Lega e i club. Dopo quella riunione, abbiamo avuto molte giornate di partite, ma vorrei mostrarvi cosa abbiamo finora. Questa è la situazione dopo 22 giornate di partite. Abbiamo 54 revisioni in campo. Una revisione in campo ogni tre partite. Questa è la media del nostro lavoro. In 4 casi, l’arbitro ha mantenuto la decisione presa in campo. Se guardate questo grafico, la cosa più impressionante ha a che fare con le chiamate di rigore, l’annullamento delle decisioni di rigore e le situazioni di fallo pericoloso. Ma dovremmo anche sottolineare i nostri errori. Perché abbiamo perso 24 casi con revisioni in campo. La maggior parte di questi sono situazioni di rigore, poiché i rigori sono le situazioni più controverse, e anche falli pericolosi perché finora abbiamo perso 5 casi. I numeri sono sicuramente importanti. Se guardate questo grafico, direte “hanno fatto un sacco di errori”. Certamente. Quando hai 54 situazioni che sono state “corrette” in termini di decisione e 24 che sono state perse, è una revisione del campo ogni due partite. Ma dobbiamo sottolineare che il VAR sta andando bene. Perché? Se guardi i falli pericolosi, finora ne abbiamo persi 5. Ma 4 di queste erano delle giornate di partita dalla 1 alla 4.

Ciò significa che dalla quinta giornata di gioco fino a oggi, abbiamo saltato solo una situazione. Ogni martedì, ci incontriamo con gli arbitri e discutiamo di ogni fase e di ogni intervento e del perché abbiamo saltato una fase o un intervento. Alla fine, la squadra ha fatto un ottimo lavoro con i falli pericolosi, poiché dalla quinta giornata di gioco fino a oggi, abbiamo saltato solo una fase. Quindi, i numeri sono importanti. Dobbiamo sicuramente migliorare. Ci sono stati molti casi che abbiamo saltato, ma alla fine, quando si tratta di VAR, posso dire di essere soddisfatto. Non completamente, ma lo sono. Perché una revisione in campo ogni due partite è un numero significativo. Ma i nostri arbitri stanno facendo un ottimo lavoro. L’ultima statistica si riferisce alle decisioni che sono state modificate. Per gli arbitri che hanno preso una decisione se un gol dovesse contare o meno, e per le situazioni di fuorigioco. C’è stata una decisione se un gol dovesse contare e otto decisioni di fuorigioco. Decisioni che sono cambiate senza una revisione in campo. Questo è il nostro lavoro finora. Finora, su 18 arbitri, nessuno di loro è rimasto senza almeno una partita. Quando sono arrivato qui, ho trovato 14 arbitri che avevano almeno una partita come VAR. Ho certificato Poulkidis e Tsiaras e ho anche dato la partecipazione a Tsetsilas e Tsimenteridis. Quindi, sono contento del mio lavoro e di quello che stiamo facendo, così come della squadra.

Supponiamo che tu tenga anche registri e grafici per gli arbitri giusto?

Sì.

Cosa pensi che debba cambiare per ridurre gli errori?

La cosa più importante per il VAR è analizzare una situazione con determinati criteri. Alcuni fattori sono importanti nel processo decisionale. Non è facile. Quando abbiamo iniziato questo progetto, molte volte abbiamo deciso di non intervenire perché la percezione dell’arbitro non differiva molto da ciò che vedevamo sullo schermo. Ma alla fine, è difficile spiegare perché il VAR non è intervenuto in questi casi. Perché non è abbastanza o sufficiente dire “c’è stato un contatto, ok, quindi possiamo confermare un rigore”. No. Il contatto deve avere un impatto significativo sul movimento dell’attaccante. Perché se è solo un tocco, non è sufficiente. In passato, si poteva vedere lo schermo e dire che si conferma il contatto. Oggi, stiamo lavorando per capire il calcio. Cosa si aspetta il calcio in questi casi e ci stiamo muovendo in quella direzione. Non è facile perché dobbiamo fare molto buon lavoro con la squadra, ma speriamo di migliorare l’aspetto decisionale del VAR in futuro.

Cosa sbagliamo quando si tratta di VAR?

Ogni decisione è suscettibile nel provocare discussioni. A volte abbiamo molti casi altamente controversi. Ciò che cerchiamo di fare, guardando ad altri Paesi, è avere un video report dal nostro canale su YouTube ogni martedì e, dopo ogni caso, discutiamo ogni decisione. Questo è molto importante perché è un modo efficace per comunicare le aspettative del comitato arbitrale agli arbitri. Non è facile. A volte metà delle persone è soddisfatta della spiegazione e l’altra metà no. L’altra metà non è contenta. Ma questo è ciò che facciamo. Osserviamo e analizziamo. Abbiamo linee guida dalla FIFA e dalla UEFA e, alla fine, dobbiamo prendere la decisione migliore.

Quali sono i criteri per un buon arbitro VAR?

Dopo 8 anni nel campo VAR, sono sicuro che l’arbitro e l’arbitro VAR siano due cose diverse. Di sicuro, due lavori diversi. Alla fine, abbiamo la stessa mentalità e lo stesso obiettivo: capire il calcio e leggerlo. Ma un arbitro può perdersi una fase che è a 2 metri di distanza da lui. Perché? Perché ha una prospettiva diversa. Perché c’è un’altra telecamera e un’altra angolazione. Il VAR non può sbagliare quando guarda materiale e immagini nitide. Devi vedere la situazione come VAR e non importa se l’arbitro la sta controllando. Devi dire quello che vedi. Questa è la differenza importante tra i due. Il VAR deve reagire guardando lo schermo perché una telecamera è meglio degli occhi dell’arbitro.

Differenze tra Grecia e Italia e la pressione nel tuo paese d’origine?

Ho visto la partita dell’Inter. È stata una partita fantastica. Di sicuro, l’Italia ha una qualità maggiore. Ma qui, in Grecia, l’intensità del calcio è completamente diversa. Qui, nei 90 minuti, ogni volta che la palla è contesa, sei sicuro che accadrà qualcosa. I giocatori sono più forti. C’è più intensità. Mi piace questo tipo di calcio, e sono stato arbitro e VAR molte volte. Questa è sicuramente una delle grandi differenze tra il calcio greco e quello italiano. Ma ogni paese è uguale per altri aspetti. In Italia hanno gli stessi problemi che abbiamo qui. Perché spesso ci sono molte situazioni altamente controverse e alla fine l’arbitro italiano affronta lo stesso problema. Per quanto riguarda la qualità degli arbitri greci, non sono sicuro che ci sia una grande differenza. Perché gli arbitri greci fanno un ottimo lavoro. Bisogna capire che sono arbitri molto bravi. Per quanto riguarda il VAR, sono molto contento perché hanno un’ottima comprensione del calcio. Non vorrei parlare di situazioni specifiche, ma credetemi, abbiamo fatto 3 o 4 interventi VAR questa stagione che sono stati molto difficili. E questo è successo a causa della comprensione che gli arbitri hanno del calcio per confermare o non confermare una decisione. Quindi, sono contento del livello degli arbitri greci e degli ufficiali VAR greci.
La pressione è diversa in Italia?
No, la pressione qui è maggiore. Certamente. Sai benissimo perché. Non vorrei parlarne, ma lo sai benissimo. Sai benissimo da dove viene la pressione sugli arbitri.
L’allenatore dello Stoccarda ha detto che rimane contrario al VAR. E molti allenatori sono contrari al VAR. Qual è la tua risposta?
È importante ascoltarli tutti, ma il VAR fa parte del calcio e dell’arbitraggio. Non possiamo tornare indietro. Il futuro è il VAR. Ora tocca a noi migliorare il livello del VAR e, naturalmente, discutere con gli allenatori e le squadre. Come ho detto all’inizio della nostra conversazione, siamo al servizio del calcio. Quindi, dobbiamo trovare il modo giusto per lavorare insieme. In questo momento, il VAR fa parte del calcio. Non possiamo cambiare nulla. Mi dispiace, ma non sono d’accordo.
La Norvegia, d’altra parte, ha detto stop al VAR. E la Svezia. I tifosi, che rappresentano il 51% della proprietà delle squadre, hanno deciso di annullare l’uso del VAR. Ma quando le squadre svedesi giocano in Champions League o Europa League, giocano con il VAR. Quindi alla fine, non so se sia un bene o un male per loro. Lo stesso vale per gli arbitri in Svezia. La UEFA deve scegliere ufficiali VAR stranieri perché non ne hanno. Non so se sia un bene. Per me, la cosa importante è l’evoluzione del calcio. Alcune cose sono destinate a restare. Se guardi alla storia del calcio, vedrai che quando sono stati fatti dei cambiamenti in passato, le persone si sono opposte. Alcune cose sono successe. Alcune cose sono destinate a restare. Non possiamo cambiare tutto.

I tifosi sono contrari alle decisioni del VAR e all’uso della tecnologia. Perché pensi che stia succedendo?

Come ho detto prima, è impossibile rendere tutti felici. Non è possibile. A volte quando prendiamo una decisione, crediamo che sia corretta, ma qualcun altro ha un’opinione diversa. Nel calcio ci sono molte cose che sono soggette a interpretazione. È difficile accontentare tutti, soprattutto i tifosi. Ci spieghiamo sempre il più possibile. Ma, alla fine, la cosa più importante è continuare ad andare avanti.

Parliamo dei costi extra che derivano dal VAR:

Chiaramente, perché dobbiamo pagare il fornitore che lavora ogni giorno e ogni settimana. Ci sono molti aspetti coinvolti in ciò che è necessario. Il calcio sta facendo un grande sforzo per il VAR. Dobbiamo trovare sponsor e modi attraverso il marketing per risolvere questo problema. Lo ripeto, il VAR migliora il calcio e la sua qualità. Dobbiamo sicuramente trovare e garantire le giuste quantità per il VAR in modo che gli arbitri lo abbiano.

Ci sono parametri tecnici che devono essere migliorati?

La tecnologia VAR si sta sviluppando molto rapidamente. Sì, potremmo aver bisogno di più telecamere. La qualità delle telecamere è molto buona. Ora inizieremo a utilizzare il Semi Automated Offside per i playoff. Stiamo facendo un ottimo lavoro con la squadra. Organizziamo seminari e molte discussioni online. La tecnologia si sta sviluppando molto rapidamente e dobbiamo tenerne il passo. Ogni anno ci sono nuovi progressi tecnologici. Come ho detto, stiamo facendo un ottimo lavoro con il sistema semi-automatico del fuorigioco per i playoff e la finale di Coppa. Le cose miglioreranno sicuramente. Avremo anche la Goal Line Technology per i playoff.

La lega tedesca ha 23 telecamere per le partite più importanti. E la Grecia?

Se dobbiamo lavorare con 24 telecamere, non sarà facile trovare subito la telecamera giusta. Sì, alla fine potresti avere la telecamera giusta, ma sarà difficile trovarla. Quando lavori con più di 14 telecamere, hai 2 operatori. Immagina se ci fosse un solo operatore. In Grecia, utilizziamo meno telecamere: 14, 15 o 16, ma la loro qualità è molto buona. Penso che la loro qualità sia molto buona.

Personalmente, qual era il tuo background e perché hai deciso di entrare a far parte del VAR?

Ho iniziato nel 2016. Abbiamo iniziato in Italia con il VAR offline. Ciò significa che non c’era alcuna connessione o comunicazione. È stato come fare una fase sperimentale per prepararci. Nel 2017, quando abbiamo iniziato, sono stato il primo VAR in Serie A. Era Juventus – Cagliari. Dopo 20 o 30 minuti, non ricordo esattamente, ho fatto una revisione in campo per un rigore a favore del Cagliari. Penso che Buffon lo abbia parato. Queste sono ormai storia. È stata la prima partita in Serie A con il VAR e la prima decisione del VAR. Poi, nel 2019, sono arrivati ​​il ​​Mondiale femminile, la Coppa d’Asia, un altro Mondiale, due Campionati europei, un Campionato europeo femminile e molte partite in Champions League. Per me, il VAR è diventato il mio obiettivo principale e il mio lavoro. Nel 2023, ho smesso e mi sono unito immediatamente al gruppo VAR italiano. Alla fine della tua carriera in Italia, puoi decidere di andartene o, se hai le qualifiche e le capacità, di entrare nel VAR. Ecco cosa voglio fare qui in Grecia. Voglio creare un gruppo VAR. Lavorare solo come specialisti VAR.

Come vedi una nuova generazione di arbitri VAR (per la Grecia)?

Chiaramente. Ho deciso di diventare un VAR e di impegnarmi perché mi piaceva. È uno strumento fantastico per gli arbitri e per il calcio.

In Inghilterra, si parlava di avere un microfono aperto per il pubblico. E la Grecia?

Comunicazione aperta con il pubblico durante la partita? Ogni paese ha le sue discussioni. Abbiamo parlato con le squadre. Non è un segreto che l’abbiamo fatto. Abbiamo detto loro che non abbiamo problemi a dare comunicazioni VAR, ma solo per le squadre. Dobbiamo chiedere il permesso alla UEFA e alle autorità competenti perché qui, ogni giorno di partita abbiamo arbitri stranieri, quindi dobbiamo anche chiedere il permesso alle loro federazioni. Quindi, non è facile (da fare), ma se 2 squadre hanno reclami o vogliono semplicemente ascoltare le comunicazioni, sono qui 6 giorni a settimana dalla mattina al pomeriggio. Se vogliono venire da me, posso mostrare loro tutto ciò che vogliono. Non abbiamo segreti.

Pensi che questo cambierà la percezione delle squadre?

Se non si fidano del VAR e di ciò che riporta, possono dargli una seconda occhiata. Ma credetemi, perché so cosa significa usare il VAR nel modo giusto in ogni partita, diciamo agli arbitri di attenersi al protocollo, di parlare sempre del caso specifico che hanno e di inviare il messaggio corretto all’arbitro. Perché la comunicazione deve essere chiara, semplice e, cosa più importante, breve. A volte restiamo per 3 o 4 minuti per controllare una fase. Perché nel sistema del fuorigioco non è facile tracciare i confini, o a volte il sistema non funziona bene. Alla fine, il VAR dirà all’arbitro: “Per favore, dai una seconda occhiata. C’è un possibile rigore”. Alla fine, la decisione spetta all’arbitro. Il VAR non può mai influenzare l’arbitro a cambiare la sua decisione. Tuttavia, ripeto, se le squadre non sono contente o vogliono ascoltare le comunicazioni, la porta del VAR Center è aperta per loro.

Cosa pensano gli arbitri del VAR?

All’inizio, era come un esperimento. Ora, non lo è. Fa parte del calcio, come ho detto prima. Mi ricordo di me stesso. Immagina di essere un arbitro a 25 anni. Alla fine, quello che senti è la comunicazione del collega che ti dice: “Paolo, vai allo schermo, c’è un possibile rigore che hai sbagliato”. Tu dici: “No, non è possibile, sono sicuro al 100% che non è un rigore”. Poi, devi andare allo schermo per rivedere la fase, ma devi farlo con una mente aperta. Perché se ci vai pensando: “Dai, sono sicuro al 100% che non è un rigore”, una volta fatta la revisione, non cambierai la tua decisione. Questa è una caratteristica di qualità che, nel 2025, un arbitro deve assolutamente avere. Deve essere aperto di mente davanti allo schermo.

Per quanto riguarda il livello degli arbitri, hai detto di essere molto contento.

Non esageriamo. Sono contento. Perché gli arbitri stanno migliorando.

Per quanto riguarda l’Europa, a che livello siamo?

Stiamo lavorando per raggiungere lo stesso livello.