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DEBUTTI, TRE RAGAZZI IN PRIMA CATEGORIA

“Debutti”, stagione 1, puntata 4.
Un po’ come nelle serie TV potremmo chiamarlo così questo articolo, che vede protagonisti ben tre ragazzi, giovani e rampanti, alla loro prima gara in Prima Categoria, entrando quindi in modo dirompente nel giro del Comitato Regionale Arbitri del Lazio. I ragazzi in vetrina oggi sono Irene Ferraiolo ventunenne di origine friulana e arbitro dal gennaio 2020, Dario Roberto Toia di anni 19 ed associato come Irene dallo stesso corso arbitri conclusosi poco prima della Pandemia, chiude Alessandro Tenaglia ventenne studente perugino ed associato dal gennaio 2021.

Per loro, rispettivamente, l’esordio è stato nelle sfide fra Lanuvio Campoleone e Trigoria il 05/03, nel nel derby romano fra Dinamo Roma e Pro Roma sempre il 05/03, a distanza di 7 giorni chiude Alessandro in Casal Bernocchi contro Lanuvio Campoleone il 12/03.

Di seguito le interviste realizzate ai ragazzi.

Domanda: “Come è stata l’emozione della designazione?”
Irene: “Se dico di esser rimasta sorpresa è dire poco, mai mi sarei aspettata una gara in Prima Categoria, l’esordio…non ci credevo”
Dario Roberto: “Emozione stupenda, sapevo degli sforzi fatti fino ad ora e che avrebbero portato ad un bel traguardo, ripagati da questa designazione che mi aspettavo fosse più in là. Quindi è stato bello doppiamente”.
Alessandro: “Ero in Università, leggendo la gara non ci credevo. Sapevo che lo avrei fatto a breve, grazie ad una spoilerata in Sezione, ma mai in quella domenica. L’emozione è stata simile ad un anno fa, quando lessi U16 alla mia sesta designazione, sembra uno scoglio insuperabile ma poi ci si abitua, si familiarizza con la categoria e si gestisce il tutto con un bagaglio alle spalle più carico”.

D: “Come hai vissuto la gara e che differenze hai trovato dal punto di vista comportamentale, dentro e fuori dal campo?”
I.: “Ho cercato di farmi trovare pronta, di prepararla al meglio. Ho sentito colleghi più esperti, nulla doveva essere lasciato al caso. Sono arrivata al campo determinata e concentrata, era la mia gara e ho pensato solo a quello. Due squadre, 11 calciatori, un pallone e un terreno di gioco, come ogni domenica, come ogni gara dovevo solo dare il meglio e fare il bene per il ruolo che avevo. Non ho trovato molte più difficoltà rispetto a gare di Seconda Categoria, ma man mano che sali di livello le proteste aumentano da fuori a dentro il campo, bisogna solo esser bravi a non farsi influenzare e non farsi buttare giù”.
D.R.: “Ammetto di essere stato teso per quasi tutta la gara, non volevo deludere le aspettative che avevo riposto in me stesso e verso gli altri. Ho trovato la gara più “accesa” rispetto alle ultime fatte in Seconda, sicuramente tecnicamente ho trovato squadre ben più preparate rispetto a quanto ho vissuto fino a quella domenica”.
A.: “Francamente ho avuto bisogno di capire un attimo quale fosse la modalità migliore di spostamento in campo. Non tanto che fosse estremamente diversa dalla Seconda Categoria. Mi rendo conto che il peso che ha l’aspetto comportamentale è marginalmente maggiore. Credo sia stato uno step di cui devo essere contento e mi sento fortunato. E’ stata anche un’occasione per mettere alla prova i miei strumenti, alcuni avranno funzionato bene, altri sono da affinare, altri da migliorare e costruirsi. Spero ce ne siano altre”.

D: “Non è un punto di arrivo. Quali sono però le ambizioni e i desideri da qui a fine stagione?”
I: “Assolutamente, non è un punto di arrivo, ma un piccolo tassello di un lungo percorso. Le ambizioni sono quelle di fare bene ogni domenica, in ogni gara che dirigo, sia una Seconda che un Allievi, imparando di volta in volta e continuando la mia strada dando sempre il 110%”.
D.R.: “La Prima Categoria non è un arrivo, è un transito dove spero di poter emergere e crescere come arbitro e levarmi soddisfazioni verso le categorie regionali maggiori. Le ambizioni che ho da qui a fine stagione sono solo quelle di migliorarmi giorno dopo giorno, sistemando gap e lacune su alcuni aspetti che magari un domani mi possano portare a fare prestazioni di spessore maggiore”.
A: “E’ per forza una partenza, è un percorso che è iniziato quasi per caso il mio, dato che provengo da una grande passione e ambizione nelle fila professionistiche della pallacanestro. Mi piace pensarla rimarcando delle parole dette da Gianluca Rocchi: “noi siamo un’azienda che offre un servizio, dobbiamo comportarci come tale“. Il desiderio quindi è offrire un servizio al Calcio al massimo dell’impegno e dedizione. Devo curare la arte atletica, tecnica e regolamentare, come tutti i percorsi devo seminare la strada affinchè io possa diventare abile e resiliente. So che le difficoltà arriveranno, sta a me affrontarle nel modo migliore per uscirne bene”.

D: “Chiudiamo con un pensiero alla Sezione. Il lavoro quasi oscuro che c’è dietro, con riunioni dedicate, incontri formativi e motivazionali, le reputi importanti e utili per farti già arrivare in Prima Categoria, insomma fondamentali nel tuo cammino di crescita arbitrale?”
I: “Un lavoro fondamentale, senza i preziosi consigli di chi mi ha formato e di chi frequenta il polo mai sarei arrivata in Prima. Tutti pronti a darmi una mano, ad ascoltarmi, a darmi un consiglio. In ogni riunione si impara qualcosa di nuovo per far meglio la domenica successiva. Dopo l’esame, mai avrei pensato di arrivare a distanza di tre anni a fare una gara in Prima Categoria. Dietro c’è passione, ma soprattutto lo devo alla Sezione, al Presidente, agli Organi Tecnici Sezionali, anche al mio ragazzo, tutti quanto mi supportano e mi danno consigli”.
D.R.: “Il lavoro in Sezione è capillare e certosino, è stato senza dubbio fondamentale e senza l’aiuto dei membri del Consiglio e dell’Organo Tecnico Sezionale non sarei qui a parlare del mio esordio in Prima. E’ sempre presente nei momenti migliori, ma soprattutto nei momenti difficili. Ne ho avuti per fortuna pochi, ma ci sono stati. Devo a loro senza dubbio questo traguardo”.
A: “Come dice il Presidente Trombetta, la Sezione è l’Alfa e l’Omega, mette le radici per questo cammino, più sono solide e più noi – come pianta – cresciamo dritti e robusti. Venendo da Perugia, non avendo mai potuto vivere la sezione di casa per via del Covid, qui a Roma 2 ho capito una cosa: qui si fa sul serio. Qui mi è stata data la possibilità di fare un allungo se vuoi correre, dandomi gli strumenti e i mezzi per fare quello sprint in più. Ad oggi se riesco ad essere presente dentro al rettangolo, lo devo a tutti i Componenti della Sezione che mi hanno coltivato e cresciuto in questi mesi”.

tenaglia alessandro
toia dario roberto
FERRAIOLO 1
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