Non è semplice celebrare in una serata un’intera carriera sul terreno di gioco, tanto più se devono essere narrate le 225 gare in Serie A, due finali di Supercoppa Italiana, una finale di Coppa Italia oltre alle innumerevoli gare europee, in sala VAR ai Mondiali del 2018 e 2022, ad Euro 2020, in Coppa d’Asia e tanto altro. Ma è sicuramente più facile se a farlo sono uno scambio continuo di aneddoti, episodi ed emozioni di coloro i quali ne hanno accompagnato la sua vita. Con la guida di Federico Marchi, si sono avvicendati al microfono tanti associati, oltre al Presidente dell’Associazione Italiana Arbitri, Carlo Pacifici, al Vice Presidente Alberto Zaroli, al Componente del Comitato Nazionale Michele Affinito e al Presidente del Comitato Regionale Arbitri del Lazio Francesco Massini. È stata la festa di Paolo Valeri, l’Arbitro e l’Uomo.
Tutto ebbe inizio nel lontano 1994, a poco più di 15 anni, iniziando a calcare campi fangosi e impolverati della provincia di Roma. Per questo Paolo ha da subito ringraziato quei dirigenti sezionali e regionali che hanno creduto in lui, tanto da portarlo a San Siro, dove ha vissuto l’emozione della sua ultima gara. Dove era presente anche il Presidente della Sezione AIA di Roma 2 Domenico Trombetta, che ha aperto la serata ringraziando Paolo “per aver portato in alto il nome di Roma 2 grazie alle indubbie capacità e qualità e di essere stato per noi un faro nella notte”.
Quel giorno al Meazza il quarto ufficiale era Manuel Volpi, che ha ricordato la precisione anche nel preparare un pranzo pre-gara per gli arbitri e per la sua famiglia, giunta a celebrarlo quella domenica dello scorso giugno nell’ultima di campionato e fatta accomodare in un altro tavolo per non rovinare la concentrazione pre-gara della sua squadra. Davvero uniche la sua meticolosità e la sua determinazione, aspetti che ne hanno contraddistinto la personalità e rafforzato un’immagine verso i calciatori e all’interno del mondo arbitrale. L’attenzione sugli spostamenti e nei viaggi sono, invece, altri temi emersi dalla chiacchierata con l’arbitro Maurizio Mariani: “Avevo l’ansia di prendere l’aereo con lui”, ricorda sorridendo.
È il momento dei due suoi compagni di terna, Giulio Dobosz e Alessandro Giallatini, amici fraterni con i quali ha condiviso tante battaglie, sin dal corso arbitri passando per il polo sezionale a Tor Tre Teste quando Paolo a 18 anni fu nominato responsabile atletico. L’ansia delle leva militare lo portava in campo dopo una nottata in servizio e spesso in gare con Giulio e Alessandro. Le prime gare nazionali e all’estero: proprio loro, la prima terna di Roma 2 nella massima serie.
Dobosz ricorda con piacere quando “da giovani sbarbatelli poco più che ventenni venimmo chiamati a portare gli allora dirigenti della federazione inglese a Rieti in auto per un match di Under 21, senza sapere l’inglese, trovando i cancelli dello stadio chiusi al transito e, già da quel giorno, Paolo seppe tirare fuori quella grinta e quella determinazione che lo hanno contraddistinto in campo. A distanza di anni ancora non so come quei cancelli si spalancarono, dopo che avevo provato invano a convincere il custode”.
Esperienze epiche anche con Giallatini, assistente arbitrale di Qatar 2022, il quale ha ricordato due momenti speciali: “Una gara di Eccellenza al Collatino, praticamente dietro casa di entrambi, dove in tribuna avevamo l’intera Sezione – presente in platea –. Pensammo di aver fatto bene ed invece il lunedì in Sezione ci prendemmo tanti di quei rimproveri che ci hanno formato e aiutato tanto”.
È la volta degli altri due componenti del team mondiale, con l’assistente Ciro Carbone che ha ringraziato Paolo “per avermi accompagnato al debutto in Serie A a Bologna e da allora fu un crescere di emozioni che mi hanno portato con te fino in Qatar”, e l’arbitro Daniele Orsato che ha precisato: “Con Paolo ci siamo scontrati tante volte, da uomini forti con caratteri forti, ma è proprio perché sappiamo quanto è importante riconoscere gli spunti e i consigli per la crescita reciproca che siamo diventati sempre più affiatati, sempre più un ‘team’ che ci ha portato quasi sulla vetta mondiale insieme”.
Prima ancora era stata la volta del Mons. Carlo Mazza, vescovo emerito di Fidenza e già cappellano della squadra olimpica italiana, punto di riferimento ecclesiastico per Paolo e per la sua famiglia, tanto da aver celebrato le nozze con la sua Federica. “Paolo è sinonimo di assoluta rettitudine morale, un ragazzo che è diventato uomo grazie anche alla sua seconda pelle, quella divisa arbitrale che vi accomuna e che è sana portatrice di valori e di lealtà”.
Parola anche al Vice Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Riccardo Galletta, associato della Sezione di Firenze, che ha ricordato con piacere le volte in cui da Comandante del Gruppo di Palermo correva a vedere Paolo arbitrare in Sicilia o nelle riunioni tecniche nelle Sezioni isolane, dribblando gli impegni istituzionali pur di incontrarlo: “Paolo incarna valori fuori dall’ordinario, una persona tutta d’un pezzo che sa ascoltare e che sa decidere, che sa essere autorevole e autoritario al tempo stesso, tutte caratteristiche che ben si sposano con l’essere Arbitro”
Chiusura affidata ai vertici dell’AIA. “Paolo lo conosco da una vita – ha detto il Presidente Carlo Pacifici – sono lieto di averlo accompagnato a ritirare il Premio Bernardi nel 2008 da Presidente del CRA Lazio e di averne vissuto le sue gesta in campo italiano e all’estero, rappresentandoci sempre con lustro, soprattutto per aver incarnato le doti dell’Arbitro per eccellenza: attento, preciso, integerrimo e leale. La carriera arbitrale, caro Paolo, non è finita. Ti aspetta un compito arduo come VAR in un mondo calcistico in mutevole evoluzione ma sappiamo già che lo svolgerai con assoluta onestà e con le virtù che ti hanno contraddistinto in questi anni”.
Così il Vice Presidente Alberto Zaroli: “Arbitrare dal 1994 non è semplice, si sono vissute tante fasi della nostra Associazione. Caro Paolo, hai saputo dare lustro a questa Sezione intitolata a Riccardo Lattanzi che da sempre ci ricordava che non si può amare ed apprezzare un gioco, senza conoscerne e rispettarne le regole. Tu da sempre lo hai fatto e sono certo che pur avendo smesso le vesti dell’Arbitro di campo sarai un punto di riferimento come Video Match Official e per questi giovani ragazzi che sono qui di fronte a noi”.
Al SEGUENTE LINK l’intera Galleria della serata.
Articolo e foto a cura di Giorgio Ermanno Minafra