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RTO

FORMAZIONE CONTINUA, LEZIONE CON PAOLO VALERI

Continuano le riunioni tecniche per arbitri e assistenti regionali e sezionali, con relatore Paolo Valeri coadiuvato dall’arbitro CAN C Fabrizio Pacella. Sulla scia dell’incontro precedente, vedendo i filmati dei ragazzi, si è analizzato nel dettaglio cosa si può fare meglio e quanto di buono è stato fatto sul terreno di gioco in relazione a due temi principali: spostamento e gestione dei calciatori con relative mass confrontation.

Sul posizionamento, focus su arbitri statici, che non riescono a leggere preventivamente lo sviluppo dell’azione e di conseguenza rincorrono l’azione, trovandosi a valutare episodi in posizione errata o con ritardo. La poca attenzione e la bassa reattività comporta dunque scelte errate. Prendendo spunto dalle disposizioni regionali, si è dunque mostrato – in un dialogo costruttivo fra i ragazzi e Paolo – il giusto posizionamento e giusto atteggiamento sul terreno di gioco.

Sulle mass confrontation, se gestite correttamente, porta ad una accettazione di tutte le componenti, dai calciatori ai dirigenti. Non valutare attentamente e non sanzionare disciplinarmente due calciatori porta ad uno squilibrio: su questo si è dibattuto a lungo prendendo spunto da situazioni delle ultime giornate a livello regionale e provinciale.

Le lezioni di Paolo sono un continuo crescendo di spunti. Sono lezioni che portano i ragazzi ad un miglioramento continuo in modo tale da poter evitare segnalazioni dagli osservatori o dagli organi tecnici nelle prossime settimane. Lezioni di questo tipo saranno alla base dell’intera stagione sportiva, con cadenza ricorrente, cambiando focus sui diversi aspetti che racchiudono una prestazione arbitrale.

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19 SETTEMBRE, RIUNIONE CON PAOLO VALERI

Si è svolta martedi 19 la prima di tante riunioni con relatore Paolo Valeri, messosi a disposizione della sua Sezione per intraprendere un percorso di crescita con gli arbitri nazionali e regionali, facendo seguito anche agli allenamenti estivi da lui guidati con molti ragazzi dell’organico provinciale oltre che regionale.
Le riunioni in aula saranno l’occasione per mettere a fuoco gli obiettivi di un Arbitro dentro e fuori il terreno di gioco, sfruttando episodi e filmati degli stessi ragazzi che da quest’anno caricheranno il loro materiale – per quanto possibile dato che le categorie regionali non sempre possono avere riprese come i nazionali -, ma anche il singolo frame può far nascere un dibattito costruttivo fra le parti in causa.

Alcuni degli argomenti esposti nella prima riunione erano inerenti ai falli tattici, quindi all’individuazione preventiva di calciatori rei di questi interventi e la gestione quindi tecnica e disciplinare annessa: spesso una sapiente lettura della gara porta ad un arbitro a saper individuare ancor prima lo svolgimento della stessa, salvo poi prendere con facilità l’episodio a tutto tondo.
Decidere con tempestività è strettamente correlato all’intelligenza tattica di cui sopra: uno spostamento armonioso e non rigido, permette oggigiorno di prendere con fermezza e repentinità la decisione, sia stando da soli sul terreno di gioco e sia avvalendosi del supporto dei colleghi ufficiali sulla fascia.
“L’arbitro è al servizio della partita, l’arbitro bravo è colui il quale non si fa vedere, che non si erge a protagonista, il vero protagonista è il pallone sul campo con i calciatori, non voi”, il monito di Paolo ai giovani ragazzi.

L’incontro è dunque proseguito sulla visione di altri episodi sempre inerenti la lettura di gara, permettendo alla platea di accrescere il bagaglio tecnico. 

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I 10 PUNTI CARDINE DELL’ARBITRAGGIO PER NICOLO’ CIPRIANI

Giovedì 23 marzo la nostra Sezione ha avuto modo di ospitare l’assistente CAN Nicolò Cipriani di Empoli, secondo anno nell’organico a disposizione di Gianluca Rocchi. Prima ancora è stato arbitro fino in C e, dopo aver atteso due anni causa Pandemia, ha svolto il corso di qualificazione per assistenti dal quale è stato poi immesso nel ruolo.

L’ospite sorteggiato era particolarmente contento di poter svolgere una riunione tecnica davanti ad una platea piena di giovani e soprattutto davanti a due suoi colleghi di ruolo, i nostri Alessandro Giallatini e Valerio Colarossi. Con loro completavano la prima fila il Componente CAN D Daniele Martinelli e gli assistenti CAN C Giorgio Ermanno Minafra (suo compagno come arbitro ai tempi di CAI e CAN D), Francesco Valente e Roberto D’Ascanio.

Per Nicolò l’arbitraggio è la passione più grande, una seconda pelle impossibile da togliersi, ne è dimostrazione il fatto che appena può aiuta la sua Sezione nelle gare di settore giovanile o di Terza Categoria, categorie e campi che per lui sono stati importanti per continuare il sogno e che tuttora danno l’essenza del gioco del calcio. Essere Arbitri piò essere racchiuso in 10 punti cardine:
1. Follia. “Quante volte ci siamo sentiti dire, ma chi te lo fa fare? Ecco, io ho sempre risposto con un sorriso, perchè ero consapevole di essere un folle”. Del resto, senza un pizzico di follia non ci si mette a rischio in maniera cosi elevata.
2. Studio. “Studiare il Regolamento è fondamentale, ormai si è arbitri anche sulla fascia, perchè bisogna conoscere ogni aspetto e le sue conseguenze tecniche e disciplinari”. Ricorda con un pizzico di timore un episodio che gli è capitato da giovane da arbitro in Regione: “Durante i tiri di rigore per una gara di coppa, il portiere respinse il tiro dell’attaccante ma il pallone prese una traiettoria a palombella e finì la sua corsa in rete, ecco lì mi si fermò il cuore, ma diedi goal e presi la decisione giusta”. Questo per far capire ai giovani arbitri in platea che anche quando meno te lo aspetti, capita la casistica più assurda del Regolamento e bisogna farsi trovare pronti e mai impreparati.
3. Sezione. “Frequentarla aiuta a crescere, frequentarla significa vivere di Calcio e ovviamente di Arbitraggio”. Per lui è stata una seconda casa, le ore passate ad imparare da chi era più grande ed esperto di lui, come Riccardo Pinzani – già arbitro CAN – oppure il collega ora di fascia Dario Ceccon.
4. Famiglia. “Senza il sostegno a casa forse qui in alto non ci si arriva, sono il porto sicuro quando qualcosa va male e quando qualcosa va bene”. Da poco papà di una bimba, sa bene che ci si toglie molto al ruolo di genitore, ma “Non potete immaginare l’emozione di tornare a casa e vedere tutti felici quando si rientra la sera dopo una gara, non ha eguali”.
5 Sudore. “Senza allenamento la CAN non l’avrei potuto viverla”. A testimonianza ricorda ben due episodi. “Il primo è in questa foto (visibile nella gallery, ndr), ero in viaggi di nozze a Bora Bora e mi stavo allenando facendo uno Yo-Yo usando noci di cocco come conetti, ripensandoci oggi credo che mia moglie o mi lasciava subito o doveva essere una Santa”. L’altro episodio è associato agli allenamenti al polo nazionale, dove magari ragazzi più giovani sono lo stimolo per non farsi lasciare dietro e dare tutto fino all’ultimo centimetro o all’ultimo secondo dell’ultimo minuto di recupero.
6 Sacrificio. “Ho atteso due anni per fare il corso di selezione per assistenti e passare in CAN, mi sono allenato per mesi nel garage di casa facendo navette e preparandomi al test. Senza questo sacrificio nelle pause pranzo o la sera tardi, non avrei mai passato l’esame e non sarei ai stato qui come relatore davanti a voi”.
7. Fortuna. “Di certo il fattore C di cui tanto si parla deve esserci. Passare il corso al secondo tentativo ne è la prova, in quanto al primo tentativo mi ritrovai fuori per pochi centesimi. Bastava poco, a volta è fortuna quando fila tutto liscio, ma bisogna pure sapersela conquistare e portartela dalla tua parte”.
8. Emozione. “La prima volta a Reggio Emilia in A per Sassuolo-Spezia non lo potrò scordare. Mi arriva la telefonata di Manuel Volpi che mi fa: “Ti porto a Reggio, ti faccio esordire”. Tremavo, ero bloccato, non volevo crederci e lì ho rivissuto tutta la carriera. Poi farlo con un amico con il quale ho fatto raduni in Regione, al Nazionale da arbitro, ora in CAN, è stato sicuramente un vantaggio”. Ma fra le tante emozioni c’erano le prime volte con il borsone nei campi periferici, quelli di terra di una volta, con mio padre che mi accompagnava, ce ne sono tante di emozioni.
9. Umiltà. “Essere umili è fondamentale per essere umano fra gli umani. Noi della CAN non siamo diversi da voi che ogni domenica fate gare di Promozione o di Seconda Categoria, siamo identici perchè portiamo la stessa divisa, con lo stesso logo e la stessa passione. Non siate mai superbi, abbiate umiltà di ascoltare gli organi tecnici o gli osservatori sui consigli che vi danno”.
10. Consapevolezza. “Essere in CAN è una responsabilità, per la famiglia, per la Sezione, per chi ha creduto in me. Ma senza la consapevolezza che potevo esserci anche io in quell’organico, beh satremo parlando sicuramente di altro adesso”.

A chiusura numerose domande dei giovani ragazzi, fra le gare più importanti o come prepararsi ad una gara di Serie A piuttosto che ad una gara in Regione senza assistenti. Fra le altre, anche aneddoti come il primo giorno a Sportilia in CAN su richiesta esplicita di Giallatini, insomma un momento più conviviale e sicuramente di crescita.

Contento della serata anche il Presidente Domenico Trombetta che ha spronato i ragazzi a prendere da esempio i racconti di Nicolò sulla perseveranza e sulla tenacia di voler arrivare in alto. A lui come omaggio un borsone con il logo sezionale, “magari da portare al prossimo viaggio così tua moglie ne sarà felice”, scherzano Giallatini e Colarossi. Da Nicolò riceviamo invece la sua maglia verde della CAN.

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VISITA DEI COMPONENTI DEL COMITATO REGIONALE A ROMA 2

La sezione di Roma2 lunedì 06 febbraio ha ospitato, nei suoi locali gremiti di arbitri e osservatori, la Commissione Regionale Arbitri del Lazio, capitanata come sempre dal presidente Giulio Dobosz, che ha presentato il suo team in ogni ruolo e funzione specifica.

La visita del CRA rappresenta per gli arbitri un momento di formazione e confronto ed è molto importante che possa avvenire a pochi mesi dalla fine del campionato, quando le gare si fanno determinati sia per che squadre che per le sorti degli arbitri. Conoscere i componenti e sapere cosa si aspettano dai propri arbitri diventa una parte importante per la crescita di un arbitro.

Presenti alla riunione oltre al presidente anche il Vice presidente Fabrizio D’Agostini, gli OOTT di Promozione Antonio Santoro e Aristide Capraro, gli OOTT di Prima Categoria
Cristiano Partuini e Daniele Stazi, l’OT osservatori Mirko Benedetti, i Componenti Antonello Crispigni, Andrea Sorrentino, ed il Collaboratore Egidio Carlomagno.

Tra i presenti anche Daniele Di Resta, componente della CAN5 Élite, che ha salutato il folto pubblico e trasmesso la voglia ai giovani di salire le vette dei vertici.

Durante la serata c’è stato anche modo di premiare il rappresentante del CRA Cesare Corsetti per i 50 anni di passione associativa, espressi con impegno, serietà ed equilibrio.

Infine c’è stata anche la gradita visita del componente CAN D Daniele Martinelli che ha spiegato come un componente investe il suo tempo per formare un arbitro, correndo in parallelo con lui e spiegando quindi quanto sia necessario collaborare e non temere la figura di un organo tecnico.

Centralità della riunione gli aspetti richiesti dal CRA ovvero la “VOGLIA, LA SERIETA’ E L’EQUILIBRIO”, deve essere forte la voglia di arrivare e di fare bene in campo. Tra i temi trattati nella riunione si è data rilevanza alla descrizione del Progetto Woman e Talent che serve alle ragazze per poter crescere con mezzi specifici per le loro esigenze e all’operazione di analisi e raccolta dei provvedimenti disciplinari per poter realizzare statistiche che permettano di ragionare sull’aspetto disciplinare. Infine si è presentata la possibilità di realizzare un cloud o un portale dove poter visionare i video di alcune partite delle massime categorie regionali per permettere all’arbitro di poter studiare e impostare al meglio le gare, proprio come avviene nelle categorie nazionali.

In chiusura un saluto del presidente sezionale Domenico Trombetta che ha espressamente rimarcato come il CRA usi la stessa lingua delle sezioni, ognuno con la propria specifica, ma con l’obiettivo del “fare al meglio”.

19 GENNAIO OSPITE RICCARDO VIOLA

Sarà Riccardo Viola, Presidente del CONI LAZIO, il nostro gradito ospite nella riunione di giovedì 19 gennaio con inizio ore 19:00.

Viola era stato eletto per il terzo mandato nel marzo del 2021 e resterà in carica fino al 2024.

Si auspica quindi una massiccia presenza da parte degli associati alla riunione, che verterà su importanti aspetti tecnici e associativi.

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LUIGI STELLA E IL NUOVO EQUILIBRIO DEGLI OSSERVATORI

“Possiamo dire che l’organico della C.O.N. è ora libero di valutare le prestazioni con assoluta imparzialità, stiamo cercando sotto tanti punti di vista di far crescere un organico che ha l’obiettivo di far migliorare arbitri e assistenti”. Si racchiude con queste parole finali l’incontro tecnico di venerdi scorso con Luigi Stella, Responsabile della Commissione Nazionale degli Osservatori Professionisti, nata pochi mesi fa. Unificare il pensiero e il metro valutativo per chi visiona i ragazzi di Serie A, B e C non è affatto facile, ed è uno degli obiettivi della Commissione, anche perché per anni c’è stata una tendenza diffusa degli osservatori nel non utilizzare l’intera scala dei voti, bensì a stabilizzarsi intorno al 8.50, classico voto finalizzato come ancora di salvataggio, non centrando appieno poi i canoni della futuribilità. 
Con l’avvento delle nuove linee guida c’è stato un marcato cambio di rotta sui voti, con valutazioni nelle tre massime categorie che spaziano dall’8.20 al 8.70, a testimonianza di quanto ora gli osservatori siano scevri da vincoli dettati dalle annate di permanenza degli arbitri o dai pensieri degli organi tecnici delle singole commissioni nazionali.
Per far capire quanto lavoro ancora ci sia da fare, in ogni categoria, grazie all’ausilio di 10 video esplicativi Luigi ha voluto mostrare alla platea che delle volte bastino meno di 2 minuti di filmato a far capire se una prestazione sia negativa o positiva e quanto l’osservatore di turno abbia centrato o meno il cuore della prestazione stessa dell’arbitro visionato. “Siamo lì per espletare un compito equo e oggettivo, non soggettivo, abbiamo bisogno di equilibrio sia in fase di colloquio che di relazione, che presenta ancora qualche cosa da migliorare”, come testimoniato dalla correlazione di quanto certificato nero su bianco a fronte degli episodi mostrati dai video nel corso della serata.
La serata è proseguita via in fretta, con un fitto dialogo costruttivo fra Luigi e la platea, composta anche da numerosi osservatori della CON delle varie sezioni laziali oltre al nostro Piero Ferrari. Riunione iniziata anche con un po’ di aneddoti “rompighiaccio” come una storica designazione al nostro attuale Vice Presidente Giovambattista Di Giamberardino ai tempi della sua CAN D con Stella componente sotto la commissione presieduta dal compianto Stefano Farina oppure della covisionatura sempre in CAN D di Luigi con il nostro Presidente Trombetta.
Al gradito ospite il Presidente di Sezione Domenico Trombetta e il Presidente del CRA Lazio Giulio Dobosz, presente nella sua casa in prima fila, hanno voluto esprimere un sentito grazie per il lavoro profuso in questi mesi in questa nuova Commissione, sottolineando come serate di questo livello tecnico possono solo che giovare alla crescita non solo degli osservatori, quanto di tutti i ragazzi di tutti gli organici.

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RTO con Carlo Pacifici

Incontro altamente formativo con il Componente Nazionale Carlo Pacifici, salutato in prima battuta dal Presidente Domenico Trombetta e dal Presidente del Comitato Regionale Arbitri del Lazio Giulio Dobosz. Un fiume in piena, nessun slides o video, ma un discorso a 360 gradi sull’essere Arbitri nella sua totalità.


Ricordando la figura di Riccardo Lattanzi, un arbitro deve avere sempre conoscenza piena delle regole del calcio, per poi approfondire la parte tattica e saper affrontare al meglio la gestione dell’errore: “L’arbitro amici miei non è infallibile, le decisioni saranno prese al meglio delle sue possibilità”. E’ vero che l’arbitro bravo è quello che sbaglia meno, ma è pur vero che il contesto dell’errore deve essere accettato da chi lo subisce, senza dimenticare che il giovane ragazzo alle prime armi o un fischietto di Serie A deve essere sempre supportato dalla sua Sezione.

“Penso che chiunque, anche i grandi arbitri, hanno avuto un momento difficile e se dicono il contrario dicono una bugia grandissima: una decisione presa male te la porti appresso ed è qui che bisogna essere forti”. Un arbitro dunque deve essere bravo a metabolizzare l’errore, perché farà parte di quel bagaglio di tanti errori che ci portiamo sulle spalle dall’inizio della nostra attività fino alla fine.

Essere arbitri secondo Carlo Pacifici


Un passaggio poi sull’essere Arbitri oggi rispetto a qualche stagione fa, domandando alla platea virtuale quali sono le difficoltà che si incontrano oggi rispetto magari al passato. “Allora, la velocità del gioco è un grande parametro da tenere in mente per cui un arbitro deve assolutamente essere preparato fisicamente, vanno valutate anche le applicazioni tattiche e basti pensare al calciatore che si mette sdraiato dietro la barriera, azione impensabili anni indietro”.  

Riunione Pacifici Griglia zoom

Prima le grandi figurare arbitrali non ragionavano come team, avevano una loro determinazione e personalità sopra le parti. Ora che siamo squadra, che c’è un auricolare o un Var a supportare determinate decisioni, bisogna essere pronti e decisi nel prendere tutti la decisione corretta, sintetizzando il suo pensiero del teamwork.
Altro aspetto è la concentrazione, essere pronti e tempestivi agli eventi in ogni momento della gara, non adagiarsi sugli allori per una decisione presa bene, ma restare sempre vivi.


“Fare l’arbitro è una scelta difficile, impegnativa, è una scelta seria che impone rigore e rispetto per tutte le componenti del gioco del Calcio. Ci dobbiamo impegnare sempre di più ma dobbiamo essere umili e continuare nella nostra strada e portare avanti il nostro sogno cioè quello di arrivare il più avanti possibile”.


Ultimo aspetto analizzato è il fatto che certamente questa attività ci forma dal punto di vista umano e ci fa diventare più forti più determinati, più sicuri di noi stessi in tutti gli ambiti non solo quello sportivo ma anche quello quotidiano professionale ed umano: un’esperienza dunque che Carlo Pacifici consiglia a tutti di vivere una volta nella vita, perché quella divisa poi ti resta dentro anche dopo anni.


A cura di Giorgio Ermanno Minafra

“Il bello dell’arbitraggio è in due aspetti…”- RTO con Ghersini di Genova

Lo scorso lunedì si è tenuta in modalità telematica l’ultima riunione tecnica del mese di Marzo.

Comportamento Ghersini RTO

Protagonista Davide Ghersini della sezione di Genova, arbitro della CAN  e sorteggiato dall’AIA come ospite designato. Il presidente Domenico Trombetta ha presentato Davide sottolineando l’importanza dell’esperienza altrui come strumento di apprendimento e di crescita per ogni giovane arbitro, concetto ripreso dallo stesso Ghersini in apertura: “Il bello dell’arbitraggio è in due aspetti, il primo è che a differenza del calciatore, tutti gli arbitri devono fare lo stesso percorso per arrivare in alto, il secondo è che questa disciplina  non ammette il piangersi addosso”.

Davide ha proseguito la riunione trattando il delicato tema della preparazione della gara: “come si vince una partita? Lavorando sui quattro aspetti fondamentali, tecnico, disciplinare, comportamentale e atletico/tattico”.

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Ha poi aggiunto: “ciascun componente della squadra arbitrale deve fare il massimo per trasformare questi punti nella vittoria finale, unico risultato possibile per la squadra arbitrale”. Con l’ausilio di slides, l’arbitro di Genova ha approfondito i quattro aspetti e ha risposto alle numerosissime domande dei presenti. 

Il presidente Trombetta ha infine ringraziato l’ospite Ghersini, invitandolo a tornare in presenza (covid permettendo) nella nostra sezione.